La seduta di borsa a Wall Street si e’ chiusa con gli indici azionari quasi invariati rispetto ai valori di mercoledi’. Il Dow Jones (-0.06%), l’S&P500 (+0.18%) e il Nasdaq (+0.03%) si sono attestati rispettivamente a 10626, 1190 e 2016.
Dopo il pesante calo di mercoledi’, le paure di un ulteriore aumento del petrolio hanno tenuto i listini americani inchiodati alla linea di parita’ per l’intera durata della seduta.
Anche oggi, infatti, l’attenzione degli operatori si e’ concentrata sul greggio. Il contratto future con scadenza aprile, dopo essersi spinto ad un nuovo massimo storico di $57.60, ha ritracciato sul finale chiudendo in ribasso di 6 centesimi a quota $56.40 al barile.
I commenti giunti dall’OPEC di un possible aumento della produzione non sono stati sufficienti ad arginare il rialzo del greggio. L’oro nero ha continuato la sua corsa, favorito dai recenti dati su un calo delle scorte di benzina e gasolio. Le rigide temperature invernali e l’avvicinarsi dell’estate (“driving season”) rendono il petrolio una commodity sempre piu’ “hot”.
I continui aumenti dei prezzi energetici alimentano le preoccupazioni su un aumento dell’inflazione e, di conseguenza, dei tassi d’interesse. Tutto cio’ si traduce in una situazione di incertezza che si estende dal mercato azionario a quello obbligazionario, come testonia l’impennata delle ultime settimane dei rendimenti sui bond.
Passando al fronte macroeconomico, da segnalare i dati particolarmente deludenti del Philadelphia Fed, calato a marzo di oltre 10 punti rispetto al mese precedente. L’indicatore, che misura l’andamento dell’attivita’ manifatturiera nell’area di Philadeplhia, si e’ attestato a quota 11.4 contro il consensus degli analisti di 20 punti. Ricordiamo, tuttavia, che un valore superiore allo zero indica un’espansione dell’attivita’ economica.
Leggermente peggiore delle stime il dato sui sussidi di disoccupazione: le nuove richieste di asssistenza dei senza lavoro la settimana scorsa sono scese a 318.000 unita’ contro le 315.000 stimate dal consensus. Perfettamente in linea con le attese il Superindice, che nel mese di febbraio ha registrato un incremento dello 0.1%.
Passando alla cronaca societaria, il colosso statunitense dei giocatolli Toys “R” Us e’ stato acquistato da un gruppo d’investimento costituito da Kohlberg Kravis Roberts, Bain Capital Partners e Vornado Realty Trust. Il valore complessivo dell’affare e’ di $6.6 miliardi. Positiva la performance del titolo, che ha chiuso la seduta in progresso di quasi il 5%. In rialzo anche Viacom, premiata dalla decisione del gruppo di dividersi in due diverse entita’.
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Tra i titoli del Dow Jones, cattive notizie per il colosso aerospaziale Boeing. Alcuni esponenti del Congresso hanno comunicato che l’esercito Usa potrebbe interrompere il progetto di modernizzazione militare, guidato dalla societa’, perche’ i risultati finora emersi non sembrano aver soddisfatto i criteri di performance e di budget richiesti. Il titolo e’ riuscito comunque a chiudere in territorio positivo.
Hanno realizzato guadagni superiori all’1% United Tech, Wal Mart ed Exxon Mobil. In rosso invece General Motors, American International Group e McDonald’s.
Sugli altri mercati, l’euro e’ in ribasso nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.3372. Il future con scadenza aprile sull’oro ha ceduto $5 a $439.20 all’oncia. In rialzo, infine, i titoli di Stato: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.46% dal 4.50% di mercoledi’.