Dopo aver trattato sulla linea di parita’ per gran parte della giornata, i listini americani hanno accelerato al ribasso in seguito alla decisione della Federal Reserve di alzare, ancora una volta, i tassi d’interesse. A deludere il mercato non e’ stato il rialzo del costo del denaro in se’ (il quindicesimo consecutivo), quanto piu’ la possibilita’ di nuovi futuri rialzi, sulla scia della lunga serie avviata nel giugno 2004. Il Dow Jones ha perso lo 0.85% a 11154, l’S&P500 lo 0.64% a 1293, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.48% a 2304.
Il FOMC, il braccio operativo della Banca Centrale americana, ha messo in evidenza che per mantenere sotto controllo l’economia Usa e l’inflazione, ulteriori rialzi sui fed funds potrebbero essere necessari. L’incremento dell’utilizzazione delle riserve e gli elevati prezzi energetici e di altre commodities, infatti, potrebbero dare una spinta lle pressioni inflazionistiche.
Da qui la reazione immediata degli operatori che, delusi dalla mancanza di eventuali segnali che avrebbero potuto indicare la vicina chiusura del ciclo rialzista sui tassi interbancari, hanno innescato un’ondata di vendite che ha inciso considerevolmente sugli indici.
Immediata anche la reazione nel mercato obbligazionario e sul valutario. Il rendimento sui Treasury a 10 anni e’ schizzato al 4.778% dal 4.70% della chiusura di lunedi’; il dollaro si e’ apprezzato rispetto alle principali valute internazionali. Nel tardo pomeriggio l’euro veniva scambiato a quota $1.2009.
Prima della comunicazione della Fed, erano emerse buone notizie dal frontre macro. Nel mese di marzo, la fiducia dei consumatori e’ rimbalzata ai massimi livelli di quasi quattro anni a quota 107.2 punti. Il consensus degli analisti era un leggero rialzo a quota 102.
Nel comparto energetico, notevole performance del greggio, avanzato del 3%, oltre i $66 al barile per la prima volta dallo scorso 6 febbraio. I contratti futures con consegna maggio sono cresciuti di $1.91 a quota $66.07. A guidare al rialzo il comparto sono stati nuovi disordini in Nigeria e problemi tecnici ad un’importante raffineria. Domani verranno comunicati i consueti dati settimanali sulle scorte.
Per quanto riguarda la cronaca societaria, ancora sotto i riflettori General Motors. Il titolo del colosso dell’auto ha ceduto poco meno dell’1% dopo aver comunicato nuove difficolta’ e nuovi tagli del personale nell’anno in corso.
Nessun titolo del Dow Jones ha chiuso in territorio positivo. I maggiori ribassi sono stati registrati da Hewlett-Packard, United Tech, American Express ed American International Group.
Tra gli altri titoli, in calo anche Eli Lilly dopo che la casa farmaceutica ha ricevuto due downgrade, da parte di Friedman Billings e Merrill Lynch, a causa di incertezze su alcuni farmaci e difficolta’ create dalla concorrenza.
Pesante ribasso anche per Lexar Media, in seguito alla diffusione dell’aggiornamento infratrimestrale da cui e’ emersa una possibile perdita sui ricavi compresa tra $22 e $30 milioni.
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Sugli altri mercati, in leggera flessione l’oro. I contratti futures con scadenza giugno sono arretrati di 40 centesimi a quota $572.20 all’oncia.