La seduta di borsa di Wall Street si e’ chiusa con gli indici deboli. Non ha resistito, infatti, l’effetto macro, che aveva spinto i listini al rialzo nelle prime ore di contrattazioni. Inefficace anche il ritracciamento del petrolio, oggi in calo, sotto i $60. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.02% a 10881, l’S&P500 dello 0.14% a 1270, il Nasdaq, che ha chiuso con un ribasso dello 0.09% a 2260.
Il Dipartimento del Commercio ha comunicato che nel mese di novembre l’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato un decremento dello 0.6%, guidato principalmente dal calo dei prezzi energetici, scesi dell’8%. Si tratta del maggiore calo su base mensile degli ultimi 56 anni.
Il dato si e’ rivelato migliore delle attese degli analsiti che erano per una contrazione dello 0.4%. Rispettate le attese per il dato “core”, ovvero l’indice depurato delle componenti piu’ volatili quali cibo ed energeia, salito dello 0.2%.
Buono anche l’aggiornamento sulla produzione industriale dello stesso mese. L’indicatore e’ cresciuto dello 0.7%, in misura maggiore al consensus che prevedeva una crescita dello 0.5%. In rialzo anche la capacita’ di utilizzazione degli impianti, attestatasi all’80.2%.
Leggermente peggiore delle stime, invece, l’aggiornamento dal comparto del lavoro. Nella settimana conclusasi il 10 dicembrte, le nuove richieste per sussidi di disoccupazione
sono salite di mille unita’ a quota 329.000. Le attese erano per un calo a 320 mila.
In aumento, ma in misura inferiore alle attese, il dato sul Philadelphia Fed. Nel mese di dicembre l’indice che misura l’andamento dell’attivita’ manifatturiera nell’area di Philadeplhia, e’ salito a quota 12.6 dagli 11.5 punti registrati nel mese precedente. Il consensus del mercato era per un incremento a 15 punti.
Dopo aver violato nuovamente la soglia dei $61 al barile, il petrolio ha ritracciato nelle ultime ore di scambi. Il contratto futures di riferimento (con scadenza gennaio) e’ arretrato di 86 centesimi a quota $59.99. Gli operatori continuano a digerire il dato sulle scorte, comunicato nella giornata di ieri, rivelatosi inaspettatamente in aumento.
Relativamente al comparto societario, in evidenza il titolo del colosso del tabacco Altria, schizzato di oltre il 5% grazie al ribaltamento, da parte della Corte Suprema dello stato dell’Illinois, di una sentenza emessa nel 2003 contro la societa’ per il risarcimento di oltre $10 miliardi. L’accusa era di pubblicita’ ingannevole relative alla versione “light” delle sigarette con marchio Philip Morris.
Nel settore hi-tech, Microsoft non ha beneficiato dell’annuncio relativo all’aumento (+12.5%) del dividendo trimestrale, cedendo circa lo 0.60%.
Sotto i riflettori anche la farmaceutica Merck. L’azienda ha offerto maggiori dettagli, in un incontro con gli analisti, sulle strategie che intendera’ adottare per tornare alla profittabilita’. Il titolo e’ avanzato del 2% sulla notizia dei nuovi progetti di ristrutturazione interna che permetteranno all’azienda di risparmiare almeno $1 miliardo.
Nel settore finanziario, in rosso il colosso Goldman Sachs dopo che la banca ha diffuso una trimestrale rivelatasi inferiore alle aspettative.
In ambito di M&A, il colosso biotech Amgen ha reso pubblica l’intenzione di acquisire Abgenix per un controvalore di $2.2 miliardi, con lo scopo di prendere il pieno controllo del progetto su un nuovo farmaco contro il cancro, al momento in fase di sviluppo
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Sugli altri mercati, l’euro si e’ indebolito rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.1970. Continua a cedere terreno l’oro, Il futures con scadenza febbraio ha chiuso a quota $506.60 all’oncia, in calo di $2.90, minimo di due settimane. Nella giornata di lunedi’, il metallo prezioso era arrivato a toccare il massimo livello degli ultimi 25 anni a quota $543. In leggero calo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.47% dal 4.45% di mercoledi’.