Wall Street si risolleva parzialmente portandosi sulla parita’. Si fanno notare i primi effetti dei positivi dati macroeconomici diffusi in mattinata.
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Dopo il rally scattato nella seduta di giovedi’ grazie alle positive trimestrali di Yahoo! (YHOO – Nasdaq), Motorola (MOT – Nyse) e ai commenti ottimistici di Microsoft (MSFT – Nasdaq), il mercato attende gli utili in agenda per la prossima settimana.
Il listino dei titoli industriali e’ frenato dalle pesanti vendite di Rambus (RMBS – Nasdaq), societa’ produttrice di semiconduttori, che giovedi’ a mercati chiusi ha diffuso risultati trimestrali in linea con le attese. Il gruppo ha annunciato di aver registrato nel secondo trimestre dell’anno, il suo terzo fiscale, un utile netto di $3,9 milioni, pari a 4 centesimi per azione.
Sempre sul fronte degli utili, giovedi’ la societa’ di semiconduttori Advanced Micro Devices (AMD – Nyse) ha registrato un calo dei profitti a 5 centesimi per azione nel secondo trimestre, rispetto ai 60 registrati l’anno passato.
AMD ha comunque battuto le stime degli analisti di 1 centesimo.
Juniper Networks (JNPR – Nasdaq), la societa’ che produce infrastrutture per Internet, ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con una perdita di $37,1 milioni, pari a 12 centesimi per azione.
Non sembra invece influire particolarmente il “profit warning” di Kimberly-Clark (KMB – Nyse), una delle societa’ leader nel settore dei prodotti di largo consumo, che ha fatto sapere che gli utili relativi al secondo trimestre saranno inferiori alle attese a causa della debolezza del tasso di cambio per le valute straniere, l’aumento dei prezzi energetici e alcuni problemi di produzione.
Tagliate anche le stime sull’intero anno.
“Fino a quando gli utili non si riprenderanno, si registreranno sedute caratterizzate da un andamento altalenante”, ha dichiarato John Davidson, chief investment officer della societa’ d’investimento Circle Trust Co., aggiungendo che in questi casi e’ preferibile “acquistare titoli di societa’ alternative, come quelle energetiche o quelle di servizi finanziari.
“Nessuno poteva credere al rally di giovedi’”, e’ il commento di James Dewhurst, director di ING Barings Charterhouse Securities di Londra.
Abbiamo molto lavoro da fare per sbrogliare la matassa di fattori negativi del mercato”, ha aggiunto infine Dewhurst.
Negativa la performance di AT&T Corp (T – Nyse), operatore telefonico sulla lunga distanza, che vuole concedere in licenza il proprio nome per i CD, i DVD, i comandi per l’attivazione delle segreteria a distanza e in generale per altri prodotti ad alta tecnologia, nel tentativo di rafforzare il marchio.
International Paper (IP – Nyse), societa’ produttrice di carta e legname, diminuira’ la produzione di carta di 670.000 tonnellate, tagliando altri 655 posti di lavoro, per fronteggiare il declino dei profitti.
Verso le 16.40 (le 10.40 a New York) il Comitato Olimpico Internazionale, riunito a Mosca, ha deciso che i Giochi Olimpici dell’estate 2008 si svolgeranno a Pechino, in Cina.
Sono previsti grandi guadagni per le multinazionali americane.
Sebbene i vertici dei giochi olimpici stiano da anni tentando di ridurre la dipendenza dagli USA, ben sette dei dieci sponsor ufficiali sono societa’ americane. Il comitato riceve una media di circa $60 milioni in quattro anni da ogni sponsor.
Corporate America inoltre si e’ da sempre detta in favore della vittoria di Pechino per le Olimpiadi del 2008, preferendo la Cina alle altre due candidate, Parigi per la Francia e Toronto per il Canada.
Le grandi multinazionali USA vedono nel mercato cinese enormi opportunita’ d’investimento e crescita.
Per esempio Coca-Cola (KO – Nyse), il primo sponsor delle olimpiadi, sta portando avanti molti investimenti in Cina e questi potrebbero trarre vantaggio dalla decisione del comitato olimpico.
“Gli sponsor beneficeranno sembra ombra di dubbio dallo svolgimento delle Olimpiadi 2008 in Cina”, ha detto Lisa Delpy-Neirotti, docente di management dello sport alla George Washington University di Washington.
Delpy-Neirotti sottolinea come Eastman Kodaq (EK – Nyse) sia riuscita per esempio a trarre enorme vantaggio dalle olimpiadi di Nagano, Giappone. Proprio grazie ai giochi olimpici, la societa’ americana, e’ riuscita a perforare un mercato – quello delle pellicole fotografiche in Giappone – in cui Fuji sembrava fino ad allora avere il predominio.
Sul fronte macroeconomico, i positivi dati giunti in mattinata non hanno dato inizialmente una significativa spinta al mercato, che da’ tuttavia segni di ripresa mentre gli investitori gettano un’occhiata agli indicatori.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato una crescita dello 0,2% nel mese di giugno; lo ha comunicato questa mattina il dipartimento del Commercio Usa.
Un sondaggio condotto dal canale televisivo CNBC insieme all’agenzia di stampa Dow Jones mostra che gli economisti intervistati si attendevano un rialzo dello 0,3%, dopo che le vendite in maggio erano salite dello 0,4% (dato rivisto).
Escluso il settore automobilistico, il dato ha segnato un ribasso in giugno dello 0,2%, dopo essere cresciuto in maggio dello 0,4% (dato rivisto).
Positivo anche l’indice dei prezzi alla produzione negli USA, che ha registrato un calo dello 0,4% in giugno; lo ha comunicato questa mattina il dipartimento del Lavoro USA. Si tratta del calo piu’ marcato dal febbraio 1999.
Il ‘core rate’, ovvero l’indice depurato dalle componenti piu’ volatili, quali il settore alimentare e quello energetico, e’ aumentato dello 0,1%.
Un sondaggio condotto dal canale televisivo CNBC insieme all’agenzia di stampa Dow Jones mostra che gli economisti intervistati si attendevano l’indice dei prezzi alla produzione invariati rispetto a maggio, mentre il ‘core rate’ in rialzo proprio dello 0,1%.
Il calo di giugno dell’indice PPI, una misura per valutare le pressioni inflazionistiche, segue il rialzo dello 0,1% in maggio. La flessione riflette principalmente il calo del 2,5% nei prezzi energetici.
Su base annuale, l’indice dei prezzi alla produzione registra un rialzo del 2,5% nei 12 mesi fino a giugno. In maggio il dato su base annuale registrava un +3,8%.
Per il dato ‘core’, il rialzo su base annuale e’ dell’1,6% nei 12 mesi fino a giugno, lo stesso tasso registrato in maggio.
Infine, l’indice preliminare sulla fiducia dei consumatori americani compilato dall’ Universita’ del Michigan, il cosiddetto “Michigan Sentiment Index”, segna per luglio quota 93,7; il dato consuntivo di giugno si trovava a 92,6.