Dopo un’apertura negativa, gli indici Usa sono riusciti a recuperare terreno nell’ultima ora di scambi; il rialzo finale non e’ stato, tuttavia, sufficiente a permettere un’entrata in territorio positivo. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.25% a 11025, l’S&P500 lo 0.16% a 1289, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.15% a 2311. A trattenere gli indici al di sotto della linea di parita’ sono stati l’avanzamento del greggio, i dati contrastati sulle vendite retail e il notevole incremento dei rendimenti sui bond a lunga scadenza.
A spingere al rialzo i prezzi energetici sono i nuovi disordini in Nigeria e la rinnovata minaccia dell’Iran, uno dei principali Paesi produttori di greggio, intenzionato allo sviluppo della bomba nucleare.
Le tensioni in Medio Oriente continuano a sollevare numerosi dubbi sul livello globale di output e gli operatori temono che un incremento dei prezzi petroliferi possa ripercuotersi sui profitti aziendali e sulla spesa dei consumatori. I futures con scadenza aprile sono avanzati del 2.2% a quota $63.36, maggiore livello di chiusura delle iltime tre settimane.
Ad impensierire maggiormanete gli operatori sono stati gli utlimi dati diffusi dalle societa’ retail. Sembrerebbe, infatti, che il comparto abbia subito un rallentamento nel mese di febbraio, registrando il rialzo piu’ contenuto degli ultimi nove mesi. Ricordiamo che nel mese di gennaio, le vendite comparate avevano registrato un buon rialzo, principalmente grazie alle offerte post natalizie.
Wal-Mart e Target hanno riportato buoni risultati, ma lo stesso non si puo’ dire di Gap, che ha riportato un calo delle vendite “same-store” dell’11%, Hot Topic ed Aeropostale, che hanno identificato nella tempesta di neve che ha colpito gli Usa la scorsa settimana, la maggiore causa dei deboli risultati.
Sotto i riflettori anche il comparto dell’auto. Il mancato pagamento del debito da parte di Dana, societa’ fornitrice di componenti per auto, ha pesato sull’intero comparto, spingendo al ribasso General Motors, Ford Motor, DaimlerChrysler e la rivale Visteon.
In rialzo Google, salito del 4% circa sulle dichiarazioni del Chief Executive Eric Schmidt, secondo cui l’azienda sta preparando le basi per divenire una compagnia globale da $100 miliardi. Non ha per’ specificato se il valore era inteso sulle vendite annuali o sulla capitalizzazione del mercato.
Sul fronte economico, si sono rivelate peggiori delle attese le nuove richieste per sussidi di disoccupazione. Nella settimana conclusasi il 25 febbraio il dato e’ cresciuto di 15 mila unita’ a quota $294.000. Le stime degli analisti erano per un valore di 285 mila unita’.
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Sugli altri mercati, l’oro ha segnato un nuovo massimo. I contratti futures con scadenza aprile sono avanzati di $4.60 a quota $570.40 all’oncia. Sul valutario, in forte rialzo l’euro nei confronti del dollaro, in seguito alla decisione, peraltro ampiamente attesa, della BCE di alzare i tassi d’interesse al 2.5% . Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York, il cambio tra le due valute e’ a quota 1.2041.
In netto calo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ schizzato al 4.638% dal 4.59% della seduta di mercoledi’, dopo aver segnato un massimo di quattro mesi, a 4.65%, durante le contrattazioni. Per gli esperti, una rottura del livello del 4.68% potrebbe aprire le porte ai massimi primaverili del 2004 a quota 4.9%.