Appesantiti dal contemporaneo deprezzamento delle materie prime e dal rafforzamento del dollaro, i principali indici azionari americani hanno chiuso la seduta in netto ribasso, realizzando perdite giornaliere superiori ai due punti percentuali. Il Dow Jones ha ceduto il 2.13% a 8612, l’S&P500 il 2.38% a 923, il Nasdaq e’ arretrato del 2.28% a 1816.
A mettere pressione ai listini e’ stata anche la lettura dell’attivita’ manifatturiera nell’area di New York, nell’ultimo mese contrattasi in misura superiore al previsto. I titoli industriali, tra cui Caterpillar, Alcoa e Du Pont, hanno riportato perdite intraday non inferiori al 4.8%.
Il rimbalzo deciso del biglietto verde, risalito a 1.3781 nei confronti dell’euro dopo i commenti del ministro del Tesoro russo, ha dato la stura alle vendite nel mercato delle commodity, tanto da spingere il petrolio sotto i $70, e causare la maggiore perdita in due mesi per l’MSCI World Index. Sul mercato cinese il rame ha accusato la maggiore perdita consentita nell’arco della seduta, spingendo titoli come Freeport-McMoRan Copper & Gold in calo di oltre il 5%. In netta flessione anche l’oro: i futures con consegna agosto sul metallo prezioso sono scivolati di $13.20 a $927.50 l’oncia.
A soffrire sono stati anche i titoli delle grosse compagnie petrolifere come Chevron ed Exxon Mobil. I futures con consegna luglio sul petrolio hanno perso $1.42 a $70.62 il barile, dopo aver toccato un minimo assoluto di $69.58 nell’arco degli scambi.
A contribuire al tono negativo all’interno del comparto retail e’ stato il downgrade emesso dagli analisti di Goldman Sachs sulla societa’ leader del settore Wal-Mart. L’abbassamento del giudizio da “Buy” a “Neutral” e’ stato giustificato dalla banca con l’assenza di catalizzatori positivi che possano guidare al rialzo l’azione nel breve periodo, per via delle deboli vendite e delle rinnovate pressioni sui costi.
Vendite diffuse anche sui titoli tecnologici. L’indice dei semiconduttori ha ceduto l’1% circa, limitando le perdite sul finale, Intel, Apple, eBay, Google ed Amazon hanno tutti chiuso in rosso. Ad evitare il sell-off e’ stato invece il colosso Microsoft, riuscito a terminare la sessione sopra la linea di parita’.