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WALL ST. IN ROSSO ALLE PRESE CON “SELL ON NEWS”

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Compra sui rumor, vendi sulla notizia. Ecco come si spiega l’apertura in moderato calo per il mercato azionario, nonostante i conti migliori del previsto di alcuni protagonisti del comparto bancario e i dati macro sorprendentemente positivi.

Alla base del movimento ribassista odierno e’ infatti la tipica reazione speculativa degli investitori “sell-the-news”, in reazione ai risultati migliori delle attese di Goldman Sachs e Citigroup . Entrambe le societa’ finanziarie avevano infatti enormi guadagni in Borsa nelle ultime sedute sulle scommesse di risultati migliori del previsto. Ieri tra l’altro il mercato aveva aggiornato i massimi dell’anno, con il Dow che ha superato la soglia psicologica dei 10 mila punti.

Tuttavia il ritracciamento dell’avvio viene messo alla prova dalla pubblicazione di alcuni dati macro piu’ positivi del previsto, tra cui le richieste di sussidio di disoccupazione e il NY Empire State Index, che hanno mostrato rispettivamente un miglioramento del mercato del lavoro e dell’attivita’ manifatturiera nell’area di New York.

Dopo che i conti di Goldman sono risultati superiori alle attese, Citigroup (-2%) ha annunciato un calo dei profitti per azione pari a $0.27 (stime: -$0.29), citando i costi dell’operazione di scambio tra azioni privilegiate e titoli comuni. Gli utili complessivi sono risultati tuttavia pari a $101 milioni, mentre il mercato si aspettava una perdita. L’EPS di Harley-Davidson e’ invece risultato inferiore al previsto di $0.10. A mercati chiusi rendereanno note le cifre relative al terzo trimestre i colossi del settore hi-tech IBM, Advanced Micro Devices e Google.

Ricca anche l’agenda macro che ha visto la pubblicazione dei prezzi al consumo relativi a settembre, del NY Empire State Index di New York di ottobre e le richieste di sussidio di disoccupazione. Queste ultime sono risultate in calo piu’ del previsto, sui minimi di nove mesi, sottolineando che il mercato del lavoro sta lentamente risalendo la china. Ma e’ stata l’attivita’ manifatturiera della regione di New York a sorprendere nettamente, con un balzo a +34.57 punti in ottobre, sui massimi di cinque anni. Il PCI ha registrato una varizione positiva dello 0.2% in settembre, in linea con le stime.

Deludono i risultati del gigante dei telefoni cellulari Nokia, che ha archiviato il trimestre con un inatteso calo del 7% dei profitti (prima perdita dal 1996), citando la prestazione sottotono della divisione dei telefoni palmari. Goldman Sachs ha invece riportato utili e ricavi migliori del previsto nel terzo trimestre, grazie alle attivita’ di trading e agli investimenti fatti con i soldi dell’azienda. Il fatturato e’ salito a quota $12.7 miliardi, con l’AD Blankfein che ha segnalato un miglioramento delle condizioni generali. Ciononostante i titoli fanno fatica in Borsa. Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare accedendo alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 76 centesimi al giorno, provalo ora!

Ieri a mercati chiusi il produttore di chip Xilinx ha reso noto di aver archiviato il trimestre con una flessione del 21% dell’utile, ma ha previsto che il fatturato superera’ le previsioni di Wall Street nel quarto trimestre e ha al contempo alzato il dividendo del 14%.

Non mancano nemmeno le notizie circa le attivita’ di M&A, con Xstrata che ha ritirato una proposta di fusione con Anglo American da $98 miliardi, mentre un gruppo di azionisti di Tandberg ha respinto l’offerta da $3 miliardi di Cisco. La societa’ di birre Anheuser-Busch InBev, proprietaria di marchi come Stella Artois, Leffe, Hoegarden e Beck’s, ha invece raggiunto un accordo per vendere le sue operazioni del Centro Europa ad una cifra che arrivera’ sino a $3 miliardi.

Riflettori puntati anche su Lazard dopo la morte del presidente e AD Bruce Wasserstein, che era stato ricoveratto in ospedale lo scorso fine settimana. Per il momento prendera’ il suo posto Steven Golub, che ricoprira’ l’incarico di amministratore delegato ad interim.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico avanza con moderazione il greggio. Al momento i futures con consegna novembre guadagnano $0.24 a quota $75.42 al barile. Sul valutario tenta timidimante di recuperare terreno il dollaro, con l’euro che scambia in calo nei confronti del biglietto verde a quota $1.4919. Si prende una pausa l’oro: i futures con scadenza dicembre scambiano in ribasso di $10.90 a quota $1053.80 l’oncia. Sostanzialmente invariati i prezzi dei Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ lievemente sceso al 3.4700% dal 3.4750% di ieri.