L’azionario americano ritraccia dai massimi di quattro mesi (controlla la performance in tempo reale), appesantito dal calo dei finanziari e degli energetici, su cui pesa il deprezzamento delle materie prime. A meta’ mattinata il Nasdaq si era temporaneamente riaffacciato sopra i livelli della chiusura di venerdi’, mentre S&P 500 e Dow Jones hanno ridotto le perdite, dopo che il preoduttore di software tedesco SAP ha speso parole rassicuranti sul futuro dell’economia.
Il rialzo di oltre il 2% registrato dai titoli del colosso tedesco, concorrente di Oracle, rappresenta una delle migliori perfomance del paniere dei tecnologici. Seduta difficile invece per i finanziari, dopo che diverse banche hanno annunciato che emetteranno azioni comuni per raccogliere nuovi capitali da utilizzare per restituire i finanziamenti ricevuti nell’ambito del programma di salvataggio TARP.
“Il mercato e’ andato troppo lontano e troppo in fretta”, ha osservato Douglas Cliggott, manager di Dover Long/Short Sector Fund. “C’e’ il rischio che il mercato bruci parte dei guadagni accumulati in precedenza”. L’S&P 500 ha guadagnato il 5,9% la settimana scorsa, dopo che i risultati degli stress test condotti sulle 19 banche principali del Paese hanno rassicurato gli investitori, mentre i dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro hanno mostrato che le perdite di posti di lavoro sono diminuite nel mese di aprile, facendo meglio delle attese.
Capital One Financial, US Bancorp e BB&T scivolano di almeno il 5% dopo aver annunciato i piani di aumento di capitale. I tre istituti figurano nella lista delle nove banche che hanno superato con successo gli stress test. Si distinguono in negativo, facendo peggio del mercato, anche Bank of America e Wells Fargo, con cali di oltre il 2%. Il comparto finanziario viene da un balzo settimanale del 23%.
La flessione delle quotazioni di energia e metalli intanto ha inflitto un duro colpo ai colossi Alcoa e Exxon. Il maggiore produttore di alluminio degli Stati Uniti e il gigante petrolifero lasciano sul campo oltre il 2%. Molto pesante anche General Motors, con i titoli che perdono oltre il 6% dopo che l’amministratore delegato della maggiore casa automobilistica degli Stati Uniti ha riconosciuto che e’ sempre piu’ probabile che la societa’ presenti istanza fallimentare.