WALL ST. IN RECUPERO DAI MINIMI CHIUDE CONTRASTATA

di Redazione Wall Street Italia
15 Luglio 2008 22:04

Dopo aver iniziato la seduta in forte ribasso, appesantiti dalla cattiva performance del comparto finanziario e dalle preoccupanti parole del presidente della Fed sulla stato dell’economia, gli indici azionari americani sono riusciti a recuperare terreno chiudendo la seduta contrastati. A convincere gli operatori a rientrare sull’azionario e’ stato il forte calo del greggio, allontanatosi dai recenti massimi, sulle speculazioni di una riduzione della domanda a livello globale. Il Dow Jones, in ribasso di oltre 200 punti ad un certo punto della seduta, ha chiuso con una perdita dello 0.85% a 10961, l’S&P500 ha ceduto l1.09% a 1214, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.13% a 2215, in recupero da una perdita massima intraday pari a -2.1%.

Il forte ritracciamento del greggio dai massimi assoluti di $147.27 toccati appena la scorsa settimana, ha permesso agli indici di risollevarsi dai minimi giornalieri, toccati subito dopo l’apertura. In seguito alla riduzione delle stime sulla domanda mondiale annunciata dall’OPEC, i futures con consegna agosto hanno accelerato al ribasso archiviando la seduta in calo di $6.44 (-4.4%) a $138.74 al barile, segnando il maggiore calo giornaliero degli ultimi 17 anni. Durante le contrattazioni i contratti sono arrivati a toccare un minimo intraday di 135.92, prima di ridurre le perdite. Anche tenuto conto della perdita di oggi, la performance del greggio dall’inizio dell’anno resta fortemente positiva, pari a +44%.

Il clima a Wall Street resta comunque pessimista. Intervenuto di fronte al Senato per la presentazione del rapporto semiannuale, il capo della Fed, Ben Bernake si e’ detto preoccupato per le prospettive di crescita dell’economia, a causa della forte incertezza originata dal continuo aumento dell’inflazione. Bernanke ha annunciato che sono aumentati i rischi al ribasso per la crescita economica e che sia le aziende che le famiglie americane ridurranno la spesa nei prossimi mesi.

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L’intervento di Bernanke segue l’operazione di salvataggio (decisa in via straordinaria durante il weekend) sui due giganti dei mutui ipotecari americani Fannie Mae (FNM) e Freddie Mac (FRE), entrambi colpiti dalle vendite anche oggi a causa della forte incertezza degli operatori sull’intero sistema bancario all’indomani del collasso di IndyMac (IMB). L’allarmante situazione creatasi negli ultimi giorni ha spinto il governo ad organizzare una conferenza stampa straordinaria in cui lo stesso presidente Bush ha chiesto al Congresso di agire in fretta per arginare la crisi dei mutui. A sostegno delle due agenzie semigovernative e’ intervenuto anche il presidente della Sec: l’organo di controllo della borsa statunitense si impegnera’ a porre dei limiti sulle vendite allo scoperto dei due titoli.

A trattare in rosso e’ stato anche il colosso Citigroup (C) scivolato ai minimi storici. Commenti negativi sono stati espressi su Wachovia (WB) il cui titolo e’ arretrato del 7.50%: il rating sull’azienda e’ stato ridotto ad Underperform dagli analisti di Oppenheimer. Riflettori puntati anche su Lehman Brothers (LEH), oggi in buon rialzo dopo che il CEO della banca ha dichiarato che sarebbe seriamente intenzionato a privatizzare il gruppo con un delisting.

Tra le altre news societarie, cattive notizie da Detroit: il colosso dell’auto General Motors (GM) ha annunciato un nuovo piano di ristrutturazione che prevede la sospensione del dividendo (per risparmiare $800 milioni) e il taglio del 20% dei salari. Tra le aziende che hanno diffuso i risultati trimestrali in giornata si distingue in positivo il colosso dei prodotti di largo consumo Johnson & Johnson (JNJ) che ha riportato utili per azione di 6 centesimi superiori alle stime degli analisti. Subito sopo la chiusura delle borse sara’ il gigante dei semiconduttori Intel (INTC) a diffondere i numeri fiscali.

Contrastati i dati giunti dal fronte macroeconomico. Nel mese di giugno le vendite al dettaglio sono cresciute di appena lo 0.1% nonostante il programma di stimolo fiscale per $50 miliardi promosso dal governo; sono invece risultati in rialzo, oltre le attese, i prezzi alla produzione, spinti dalle componenti del petrolio e dei generi alimentari. Migliore delle attese l’attivita’ manifatturiera nell’area di New York che pero’ ha segnalato una nuova contrazione.

Importanti sviluppi all’interno del mercato valutario, con il dollaro scivolato ad un nuovo minimo assoluto nei confronti dell’euro di 1.6038, violando la barriera di 1.60 per la prima volta da aprile. Hans-Guenter Redeker di BNP Paribas ha affermato che “l’euro non sta avanzando perche’ una valuta gloriosa, ma semplicemente perche’ gli investitori sono disperati nel liberarsi del dollaro”. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5920. In rialzo l’oro a $978.70 (+$5.00) l’oncia. Seduta positiva infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.8440%.