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WALL ST. IN DIFFICOLTA’: PESA RIALZO DEL DOLLARO

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Avvio di seduta all’insegna delle vendite per l’azionario americano. Un andamento che potrebbe tradursi nella prima settimana in rosso per i listini da un mese a questa parte.

A spingere in ribasso gli indici principali della Borsa Usa e’ in particolare il rafforzamento del dollaro, che in mattinata riesce ad accumulare guadagni pari allo 0.5% contro le sei principali valute concorrenti. La seduta scorsa aveva registrato un rialzo dello 0.1%.

Sicuramente i conti trimestrali non hanno fatto molto per alimentare l’appetito degli investitori verso il rischio. Dell e’ quella che ha deluso di piu’ le attese. Oltre al settore tecnologico, ad accusare cali particolarmente pesanti in avvio e’ quello finanziario, sotto pressione dopo che l’AD di Deutsche Bank ha detto che il 2010 sara’ un altro anno difficile per le banche.

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Sebbene il calendario delle trimestrali non sia stato particolarmente ricco di appuntamenti, i risultati sono nel complesso stati negativi. I titoli Dell fanno un tonfo del 6% dopo che la societa’ informatica ha annunciato di aver chiuso il trimestre con una contrazione dei profitti del 54%. Sui conti ha gravato la bassa proprensione delle aziende ad acquistare computer.

Anche per Sony si profila una seduta difficile: i titoli sono scivolati sui minimi di quattro mesi dopo che la strategia aziendale della societa’ giapponese non ha lasciato gli investitori particolarmente entusiasti.

Operatori che terranno sotto osservazione anche le notizie riguardanti General Electric e Comcast, dopo che nell’edizione odierna del Financial Times si legge che $1 miliardo divide ancora GE e Vivendi per quanto riguarda la stima della valutazione della quota di Vivendi in NBC Universal. La cessione della quota di Vivendi in NBCU e’ una componente fondamentale se Comcast vorra’ portare a termine l’acquisto della quota di controllo del 51% di NBCU, la societa’ madre dell’emittente CNBC.

Il costruttore di case D.R. Horton intanto scivola di oltre il 2% dopo aver riportato conti fiscali inferiori alle stime, pari ad un rosso di $231.9 milioni. Il presidente Donald Horton ha reso noto che le condizioni del mercato restano ancora difficili.

Da parte sua la societa’ di abbigliamento e di prodotti per la cura del corpo The Gap ha annunciato un progresso del 25% degli utili, citando come fattori positivi le iniziative sul fronte delle scorte e la crescita della domanda per i prodotti della divisione Old Navy.

Nel frattempo le azioni della componente del Dow Procter & Gamble scivolano di circa l’1% dopo che la societa’ ha annunciato all’emittente televisiva Usa CNBC l’intenzione di lanciare un programma di acquisto di titoli propri del valore di poco meno di $8 miliardi.

In assenza di eventi macro di rilievo, gli occhi degli operatori saranno puntati sugli eventuali commenti dei vari funzionari internazionali e nazionali, dopo che le parole del numero uno della Banca Centrale Trichet hanno suscitato timori nelle sale operative. Preoccupano le prospettive dello scoppio di eventuali bolle di asset, unite alla possibilita’ che le misure di allentamento monetario e i fondi straordinari vengano presto ritirati.

Trichet ha precisato che l’istituto rimuovera’ alcuni dei fondi straordinari forniti dalla banca centrale non appena la situazione iniziera’ a normalizzarsi, in modo da garantire che la BCE non alimenti l’inflazione.

“Non tutte le misure saranno necessarie con la stessa intensita’ in cui lo state nel passato”, ha detto Trichet nel corso di una conferenza svoltasi a Francoforte, aggiungendo che “qualsiasi iniziativa che non si possa definire standard e il cui mantenimento provochi una minaccia alla stabilita’ dei prezzi deve essere cancellata prontamente e inequivocabilmente”.

Sugli altri mercati, sull’energetico cede terreno il greggio. Al momento i futures con consegna dicembre arretrano di $0.95 a quota $76.51 al barile. Sul valutario avanza il dollaro, con l’euro che si indebolisce nei confronti del biglietto verde a $1.4840. Salgono i prezzi dell’oro: i futures con scadenza dicembre lasciano sul campo $2.10 a quota $1139.80 l’oncia. Si fa piu’ moderato il rialzo dei prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che e’ sceso al 3.3400% dal 3.3490% di ieri.