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WALL ST. IN DENARO NELLA PRIMA OTTAVA DEL 2003

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Trainati dalle indicazioni incoraggianti provenienti dal settore manifatturiero, i mercati finanziari americani archiviano in netto rialzo la prima settimana del 2003.

Il maggiore guadagno percentuale lo ha registrato il Dow Jones, che rispetto a venerdi’ scorso e’ salito del 3,59% (+297 punti), a quota 8.601,69. Dall’inizio dell’anno, l’indice dei titoli industriali e’ cresciuto di 260 punti (+3,12%) mentre rispetto allo stesso periodo del 2002 e’ in calo di 1.658 punti (-16,16%).

L’S&P 500 ha guadagnato 33 punti (+3,79%), portandosi a quota 908,6. Dalla chiusura del 31 dicembre 2002, l’indice ha registrato un incremento di 28 punti (+3,27%), mentre su base annua segna una perdita di 263 punti (-22,5%).

Con un aumento di 38 punti (+2,87%), il Nasdaq ha chiuso la settimana a quota 1.387,02. Dall’inizio dell’anno, l’indice hi-tech ha guadagnato 51 punti (+3,86%), mentre rispetto allo stesso periodo del 2002 accusa un calo di 672 punti (-32,65%).

Nonostante i guadagni registrati dal mercato questa settimana, gli operatori si mantengono scettici, anche alla luce dei bassi volumi. Secondo Chris Bibow, chief strategist di National Securities, “l’attuale rialzo potrebbe essere l’effetto di uno ‘short squeeze’ (ricopertura di posizione corte, ndr) da parte degli hedge fund”.


































Performance settimanale dei listini
americani
Indici Valori al 3/1/2003 Variazioni ultima
settimana
Variazioni da inizio anno Variazioni ultimi 12 mesi
DJIA 8.601,69 +297,91
(+3,58%)
+260,06 (+3,11%) -1.658,05 (-16,16%)
S&P500 908,60 +33,20
(+3,79%)
+28,78 (+3,27%) -263,91 (-22,51%)
Nasdaq 1.387,02 +38,71 (+2,87%) +51,51 (+3,86%) -672,36 (-32,65%)
Fonte dati: Ufficio Studi
WallStreetItalia

IL MERCATO AZIONARIO

La ripresa del settore retail, dopo le forti perdite della settimana scorsa, e’ stata bruscamente interrotta, nella tarda serata di giovedi’, dal profit warning di Home Depot, il secondo nell’arco di due mesi. Le note negative delle principali banche d’affari sul colosso del fai-da-te e sul comparto in generale non sono comunque riuscite ad impedire all’indice RLX di portare a casa un guadagno dell’1%.

Ancora meglio hanno fatto i titoli farmaceutici (DRG, +5%), sull’onda delle buone notizie su Merck e Abbott Laboratories, i cui prodotti sono stati approvati dalla Food and Drug Administration (l’organo USA di controllo su alimentari e farmaceutici).

Per quanto riguarda l’hi-tech, molto buona la performance di hardware (GHA, +4,8%) e semiconduttori (SOX, +5,2%), nonostante il pessimismo di Goldman Sachs sulla ripresa della spesa per l’Information Technology.

Ricordiamo che gli indici GHA e SOX sono stati tra i piu’ bersagliati nel 2002, con perdite del 41% e del 44% rispettivamente.

Da segnalare i guadagni realizzati dal colosso informatico IBM (IBM – Nyse, +5%), dopo il contratto del valore di $5 miliardi con J.P. Morgan Chase (JPM – Nyse).

I DATI MACROECONOMICI DELLA SETTIMANA

  • Chicago PMI. A dicembre, l’indice si e’ attestato a 51,3 punti, contro i 54,3 punti di novembre e i 52,8 punti attesi dal mercato.
  • Vendita di case esistenti. Nel mese di novembre sono state vendute 5,56 milioni di case esistenti, il 3,5% in meno rispetto ad ottobre.
  • Fiducia Conference Board. A dicembre, l’indice della fiducia dei consumatori e’ sceso a 80,3 punti dagli 84,9 del mese precedente.
  • Sussidi di disoccupazione. Le nuove richieste sono aumentate di 13.000 unita’, a quota 403.000. Si tratta del livello piu’ alto degli ultimi tre mesi.
  • ISM manifatturiero. Dopo tre mesi di ribassi, a dicembre l’indice e’ salito a 54,7 punti, riportandosi al di sopra della soglia psicologica dei 50 punti, demarcazione tra un comparto in recessione e uno in espansione. Il dato e’ nettamente superiore alle stime.

IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO

I titoli di Stato USA hanno chiuso l’ottava in netto ribasso.

Nel tardo pomeriggio di venerdi’, il rendimento sui bond a 5 anni (FVX – CBOE) e’ salito al 2,99%, contro il 2,74% della settimana scorsa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni (TNX – CBOE), benchmark della categoria, si e’ attestato al 4,03%, contro il 3,81% di venerdi’ scorso.

Ricordiamo che il rendimento segue un andamento inverso rispetto ai prezzi.

L’ondata di vendite si e’ verificata nella seduta di giovedi’, in concomitanza con la pubblicazione del dato positivo sull’attivita’ manifatturiera. Alla chiusura delle contrattazioni, il rendimento sul bond a 10 anni segnava il maggiore rialzo giornaliero dall’ottobre 1998.

IL MERCATO VALUTARIO

Questa settimana il dollaro ha recuperato parzialmente recuperato terreno nei confronti dell’euro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’, a New York, il biglietto verde e’ scambiato a $1,0411 per 1 euro, contro i $1,0430 di una settimana fa.

L’incertezza sugli sviluppi della situazione irachena e i forti timori sulla corsa agli armamenti nucleari della Corea del Nord sono stati gli elementi che hanno esercitato maggiore pressione sulla moneta americana.

Nel 2002 il dollaro ha perso circa il 10% del proprio valore nei confronti della valuta europea, facendo registrare la peggiore performance dal 1987.

LE CONCLUSIONI

Il fatto che l’economia a stelle e strisce si trovi in un circolo virtuoso e’ confermato dalla crescita dell’attivita’ manifatturiera, comparto che finora stentava a dare segni di miglioramento.

A parte la situazione geopolitica, i cui sviluppi saranno fondamentali per la direzione che prendera’ il mercato nelle prossime settimane, le preoccupazioni maggiori riguardano in questo momento la tenuta dei consumi, componente importantissima del Pil statunitense.

Le sconfortanti vendite della stagione natalizia (la peggiore degli ultimi 30 anni) sono state un campanello d’allarme sullo stato reale dell’economia. Per sapere se i mercati potranno riprendere a crescere in maniera sostenuta bisognera’ vedere se i pessimi risultati registrati a dicembre rappresentano un episodio transitorio o un problema piu’ serio.