WALL ST: IL RECUPERO DEL DOLLARO BLOCCA IL GREGGIO

di Redazione Wall Street Italia
10 Giugno 2008 22:00

Gli indici azionari americani hanno archiviato la seduta a due velocita’, con il Dow Jones avanzato dello 0.08% a 12289, l’S&P500 in calo lo 0.24% a 1358 e il Nasdaq in perdita dello 0.43% a 2448. Il calo del greggio, particolarmente volatile nell’arco della seduta, ha permesso agli indici di recuperare dai minimi giornalieri, che nella fase iniziale indicavano perdite vicine al punto percentuale. Resta comunque una forte incertezza tra gli operatori in seguito alle ultime dichiarazioni di Bernanke sull’inflazione. Nessun supporto e’ giunto infine dall’unico dato macro presente in calendario.

Nell’ultimo intervento pubblico, il presidente della Fed ha confermato che il mercato statunitense ha assistito ad un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche negli ultimi mesi, ed ha annunciato che la Banca Centrale e’ pronta ad intraprendere le misure necessarie per garantire la stabilita’ dei prezzi. Cio’ si traduce in una ripresa della politica monetaria restrittiva e dunque in un aumento dei tassi
d’interesse che, secondo molti analisti, potrebbe essere effettuato nel meeting del prossimo 29 ottobre.

A beneficiare di cio’ e’ stato il dollaro, rafforzatosi nei confronti delle principali valute internazionali. Il cambio nei confronti dell’euro e’ sceso a quota 1.5452: tenuto conto del recupero gia’ segnato nella sessione precente, si tratta del maggiore apprezzamento degli ultimi 3 anni. Ad offrire una spinta al greenback e’ stato anche il Segretario del Tesoro Henry Paulson, che si e’ detto “non contrario” ad un intervento sul mercato delle valute in favore del biglietto verde.

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Il recupero della moneta americana e l’abbassamento delle stime sulla domanda globale di petrolio da parte dell’Agenzia Energetica Internazionale, hanno depresso le quotazioni del greggio, costretto a ritracciare dai massimi giornalieri di $137, per chiudere a $131.31 al barile, in ribasso di $3.04. Tonfo anche per l’oro: i futures con scadenza agosto sul metallo prezioso hanno ceduto $26.90 a $871.70 l’oncia.

In calo di conseguenza i titoli delle societa’ energetiche e minerarie. Exxon Mobil (XOM) e Chevron (CVX) hanno guidato al ribasso l’intero comparto all’interno dell’S&P500, in una misura che non si vedeva da tre mesi. U.S. Steel (X), secondo produttore di metalli, e Newmont Mining (NEM), terzo produttore di oro, hanno registrato la peggiore performance da marzo.

“Ci troviamo ancora in una situazione in cui l’appetito degli investitori per gli investimenti a maggior rischio e’ molto contenuto” ha affermato James Dunigan, capo degli investimenti di PNC Advisors. “C’e’ una lunga lista di fattori di cui preoccuparsi”.

Nel comparto tecnologico, Texas Instruments (TXN) ha comunicato un incremento delle stime sugli utili attesi per il trimestre in corso. Il colosso dei chip per la telefonia si aspetta un EPS compreso tra 43 e 47 centesimi, mentre i ricavi dovrebbero attestarsi in un range di $3.33-3.46 miliardi. Il titolo non e’ pero’ riuscito ad avanzare

Ad avanzare di oltre il 2% e’ stato invece il titolo Apple (AAPL), all’indomani dell’inizio della conferenza degli sviluppatori a San Francisco. Grandi novita’ sono arrivate dal gruppo di Cupertino, riguardanti soprattutto il telefono palmare iPhone: maggiore velocita’, introduzione di nuovi software, funzionalita’ GPS, lancio in 70 Paesi e un considerevole taglio di prezzo (da $399 a $199 per la versione da 8 GigaByte).

L’unico dato macroeconomico presente in calendario non ha fornito purtroppo alcun segnale incoraggiante che avrebbe potuto avere l’effetto di rilanciare i listini. Nel mese di aprile il deficit della bilancia commerciale Usa si e’ infatti allargato in misura superiore alle attese, attestandosi ai maggiori livelli degli ultimi 13 mesi. In netto calo anche i bond. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.0990% dal 3.9920% di lunedi’.

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