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WALL ST: IL PETROLIO FRENA IL TENTATIVO DI RALLY

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Nonostante i dati migliori delle attese giunti dal fronte macroeconomico, gli indici americani hanno chiuso la seduta contrastati. A pesare anche oggi e’ stato il petrolio, balzato ai massimi di cinque mesi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.19% a 10833, l’S&P500 ha chiuso invariato a 1210 e il Nasdaq e’ arretrato dello 0.44% a 2058.

Protagonista della sessione ancora una volta e’ stato il petrolio. Dopo aver aperto alle contrattazioni in lieve rialzo, i futures sul greggio hanno registrato una vera e propria impennata, avvicinandasi ai massimi storici. Ad innescare l’ondata di acquisti sono state le preoccupanti dichiarazioni del segretario generale dell’OPEC.

L’esponente del cartello petrolifero non ha escluso che il prezzo del greggio potrebbe raggiungere gli $80 al barile nell’arco di due anni. Dopo aver superato quota $55, il future con scadenza aprile ha chiuso la sessione a $53.57, in rialzo di 55 centesimi.

Sulla performance del Nasdaq ha pesato la debolezza dei semiconduttori, sotto pressione per i commenti negativi di alcuni broker sulle prospettive dell’industria. La debolezza dei chip si e’ ripercossa, di riflesso, sul settore hardware e sull’intero comparto hi-tech.

Positivi i dati macroeconomici diffusi in mattinata. Nel quarto trimestre 2004 la produttivita’ delle aziende americane ha registrato un incremento del 2.1% contro il +1.5% stimato dagli analisti. Hanno rispettato le previsioni i dati sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione, scese per la quarta volta nelle ultime cinque settimane. In linea, inoltre, i dati sull’ISM Servizi: nel mese di febbraio l’indice sul comparto non manifatturiero si e’ attestato a 59.8 punti contro il consensus di mercato di 60.

Sul fronte societario si e’ evidenziato l’andamento di Intel, oggi apparso altalenante. Oltre ai giudizi negativi sul settore, sulla societa’ di semiconduttori ha pesato la decisione di JP Morgan di abbassare le stime sui ricavi del secondo trimestre da $9.3 miliardi a $9.2 miliardi (consensus 9.13 miliardi) citando l’insufficiente livello di produzione di un nuovo chip.

Male anche Apple Computer, che ha chiuso la sessione in ribasso del 5.32%. Secondo alcune indiscrezioni la performance negativa del titolo sarebbe da attribuirsi ad una perdita di quote di mercato a vantaggio di Napster.

Positiva la performance del settore energetico e di quello dei servizi petroliferi, spinti al rialzo dall’apprezzamento del greggio.

Tra le blue-chip si sono distinte in positivo Wal-Mart, che ha riportato vendite comparate superiori alle previsioni degli analisti, e Boeing, balzato a un massimo di tre anni e mezzo a quota $57.50.

Positiva la performance del settore energetico e di quello dei servizi petroliferi, spinti al rialzo dall’apprezzamento del greggio.
Tra le blue-chip si sono distinte in positivo Wal-Mart, che ha riportato vendite comparate superiori alle previsioni degli analisti, e Boeing, balzato a un massimo di tre anni e mezzo a quota $57.50.

Nel settore retail da segnalare il ribasso di Pier 1 Imports, che ha tagliato le previsioni sui risultati trimestrali a causa dell’inatteso calo delle vendite di febbraio. In rosso anche Limited Brands e AnnTaylor Stores.

Continuano a tenere banco sui mercati Usa le notizie di operazioni di fusione. Il Wall Street Journal riferisce che Chevron Texaco sarebbe interessata all’acquisizione di Unocal Corp, societa’ attiva nel settore energetico.

Sugli altri mercati, l’euro e’ ancora in calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.3112. L’oro ha chiuso in ribasso di $3 a $ 430.80 all’oncia. In lieve ribasso, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.38% dal 4.37% della chiusura precedente.