La seduta odierna si e’ chiusa con gli indici in lieve rialzo, lasciando l’amaro in bocca a coloro che speravano di veder salire l’indice industriale ad un nuovo record storico, dopo essersi avvicinato nei giorni scorsi. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.17% a 11689, l’S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0.02% a 1336, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.09% a 2263.
Le buone notizie giunte da alcune blue chip, tra cui Intel, General Motors e McDonald’s avevano lasciato pensare ad un rialzo del Dow tale da permettere il superamento dei massimi storici di chiusura di 11722 e intraday di 11750, entrambi segnati il 14 gennaio del 2000.
A circoscrivere gli acquisti sono stati i dati macroeconomici in chiaroscuro e il recupero finale del petrolio. Nel mese di agosto, gli ordini di beni durevoli sono risultati in calo dello 0.5%, deludendo le attese degli analisti che erano per un rimbalzo dello 0.4%, in risposta al calo del 2.7% del mese precedente.
Nonostante l’aumento di domanda per le auto, l’indicatore ha proseguito a scendere a causa del calo degli ordinativi di aerei, apparecchi elettronici, metalli e macchinari, rispecchiando un indebolimento di quasi tutti i settori, tranne quello automobilistico, peraltro condizionato da un periodo di transizione, che non avra’ grande impatto sulla crescita nel breve periodo.
Il rapporto ha dunque nuovamente sollevato i timori del rallentamento economico sulle conseguenze che questo potra’ avere sui profitti aziendali, riaprendo il dibattito sulla natura dell’impatto “dolce” o “violento”. In generale, si e’ in presenza di un impatto “dolce” nel caso di un rallentamento economico, ancora solido abbastanza da sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro e l’incremento degli utili aziendali; si parla di impatto “violento”, invece, quando l’economia entra in fase di recessione dopo un periodo di forte crescita.
Sorpendentemente in rialzo, invece, e’ risultato il dato sul comparto immobiliare, da diversi mesi sotto pressione. Sempre ad agosto, le vendite di case nuove hanno registrato un incremento del 4.1%, attestandosi ad un livello di 1.05 milioni contro gli 1.04 mln stimati dagli analisti.
A pesare sull’andamento dell’azionario, soprattutto nelle ultime ore, e’ stato l’improvviso recupero del greggio, arrivato a toccare un massimo giornaliero di $63. Nonostante il forte incremento delle scorte settimanali, i futures con scadenza novembre sono avanzati di $1.95 a $62.96 al barile, miglior livello di oltre una settimana. Ad innescare il rally sarebbero state alcune speculazioni circa il futuro taglio della produzione da parte dell’OPEC.
Sul fronte societario, buone notizie per il colosso dei semiconduttori Intel. Un giudice federale ha limitato gli effetti del contenzioso legale che vedeva la societa’ opposta all’acerrima rivale Advanced Micro Devices per una presunta posizione di monopolio. Il titolo e’ avanzato di oltre due punti percentuali.
Buon rialzo anche per il colosso dell’auto General Motors che avrebbe richiesto un pagamento multimiliardario alle case Renault e Nissan, per la creazione di un’alleanza globale. In progresso anche il re dei fast food McDonald’s: la societa’ e’ stata premiata dagli investitori, entusiasti dell’incremento di quasi il 50% sul dividendo annuale, portato a $1 netto.
Sugli scudi anche la farmaceutica Merck, dopo essere stata dichiarata innocente in un caso giudiziario che la vedeva coinvolta nella responsabilita’ della morte di un paziente a cui nel 2003 era stato somministrato l’antidolorifico Vioxx.
Forte calo, invece, per la societa’ software distributrice del sistema operativo Linux, Red Hat. Alla luce della trimestrale rivelatasi peraltro in linea con le attese e dei commenti negativi di alcuni analisti sulle prospettive di cash flow del prossimo anno, il titolo ha ceduto piu’ del 20%.
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Sugli altri mercati, sul valutario, l’euro e’ risultato in leggero recupero sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di $1.2690. In rialzo l’oro. I futures con scadenza dicembre sono avanzati di $6.20 a quota $603.30. Ancora in calo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.594% dal 4.585% di martedi’.