A due ore dalla chiusura delle borse USA il Dow Jones sembra essersi attestato sopra quota 9.200 punti, in perdita di quasi il 2,5%. Gli investitori scappano dai titoli della ‘old economy’, e a beneficiarne e’ il Nasdaq.
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Sui mercati sembra ormai essersi diffusa l’impressione che il rallentamento dell’economia USA si abbattera’ anche sui bilanci societari delle societa’ tradizionali, sino a ieri considerate al riparo da rischi.
A suonare il campanello d’allarme in mattinata e’ arrivato l’annuncio del piano di ristrutturazione da parte di Procter & Gamble, il gigante dei prodotti di largo consumo, che prevede il licenziamento il 9% della sua forza lavoro.
Si tratta di un classico piano con cui le societa’ cercano di non far pesare il rallentamento delle vendite sugli utili finali.
A trarre vantaggio questa fuga dai titoli della ‘old economy’ sono i titoli tecnologici, molti dei quali rientranti nell’indice Nasdaq, che riesce a mantenersi attorno alla soglia di parita’.
Molti titoli tecnologici offrono infatti rapporti prezzo su utili migliori delle Blue Chips, dato che hanno gia’ subito forti ribassi nel corso degli ultimi sei mesi.
Su tutti spicca il nome di Intel, il primo produttore di microchip del mondo, in rialzo di oltre l’8%.
Sui listini in generale stanno mostrando una tendenza al rialzo il settore microchip, software, infrastrutture per le telecomunicazioni, personal computer.
In calo invece il settore assistenza medica, grande distribuzione, trasporti, gas, bancario, brokeraggio, biotecnologico, utility.