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WALL ST: FORTE CALO DEL GREGGIO, INDICI POCO VARIATI

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Dopo aver trattato per l’intera sessione in territorio negativo, i listini americani hanno invertito al rialzo nelle ultime ore di scambi chiudendo la seduta vicini alla linea di parita’. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.23% a 11005, l’S&P500 lo 0.20% a 1278, piatto il tecnologico Nasdaq (-0.01%) a 2267. Note positive sono emerse dal comparto energetico, mentre i rendimenti sui titoli di Stato sono arretrati in seguito al rally degli ultimi giorni.

Nella seduta odierna il petrolio ha ceduto fortemente terreno, arretrando di $1.56 (2.5%) per chiudere a quota $60.02 al barile, dopo aver segnato un minimo intraday di $59.25. Si tratta del livello di chiusura piu’ basso dallo scorso 15 febbraio. A spingere al ribasso i contratti futures sull’oro nero sono stati gli ultimi dati sulle scorte settimanali, rivelatesi in rialzo di oltre sei milioni di barili, contro le attese di un aumento di 1.6 mln.

Gli ultimi numeri sembrano suggerire che il mercato e’ ben fornito: il livello attuale delle scorte e’ vicino ai massimi livelli degli ultimi sette anni. A mettere pressione al comparto e’ stata anche la decisione dell’OPEC di lasciare invariata la produzione di greggio, attualmente pari a 28 milioni di barili al giorno.

A rendere nervoso il clima a Wall Street sono, pero’, le prospettive di futuri rialzi ai tassi d’interesse. Molto importante sara’ il rapporto occupazionale che verra’ rilasciato veberdi’ prossimo. Sel il tasso di disoccupazione risultera’ ancora in calo, e’ molto probabile che la Fed optera’ per ulteriori rialzi del costo del denaro. Attualmente i tassi sui fed funds sono al 4.5%. Il timore maggiore degli operatori e’ che tassi superiori potrebbero gravare sui profitti aziendali e sulla crescita economica.

A rassenerare gli animi sul comparto azionario e’ stato comunque, il ritracciamento dei rendimenti sui titoli di Stato, martedi’ schizzati ai massimi di 21 mesi oltre la soglia del 4.8%. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ infatti sceso al 4.73%, ridimensionando leggermente l’attraente condizione del mercato obbligazionario.

Per quanto riguarda la cronaca societaria, luci accese per il debutto in borsa del Nyse Group, nato dall’unione del New York Stock Exchange con Archipelago. Il titolo, sotto il ticker NYX, ha aperto alle contrattazioni a quota $67 ed ha archiviato la seduta a $80, realizzando un guadagno del 19%.

Occhi puntati anche su Google. Il celebre motore di ricerca ha risentito della “gaffe” relativa alla pubblicazione di alcune informazione riservate ad uso interno, relative alle previsioni sui ricavi della campagna pubblicitaria prevista per l’anno in corso. Il titolo ha ceduto il 3% circa.

In ambito di mergers & acquisitions, in evidenza l’accordo tra Micron e Lexar Media per un’operazione valutata intorno ai $700 milioni. Il titolo LEXR e’ avanzato di oltre il 20%.

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Sugli altri mercati, ancora in calo l’oro. I contratti futures con scadenza aprile sono arretrati di $10.20 a quota $554.30 all’oncia. Sul valutario, in recupero l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York, il cambio tra le due valute e’ a quota 1.1921.