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WALL ST: FASE DI STALLO, QUALCHE SELL SUL NASDAQ

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A meta’ seduta gli indici sono sostanzialmente stabili, vicini alla linea di parita’. Continuano a pesare sui mercati azionari americani le preoccupazioni su possibili interruzioni dell’offerta di petrolio. Il Dow Jones guadagna un frazionale 0.01% a 10203, mentre il Nasdaq perde lo 0.56% a 1980.

Non riescono a riportare l’ottimismo le dichiarazione distensive dei vari esponenti sull’Opec, che si dichiarano pronti ad aumentare la produzione di petrolio e a sfruttare al 100% la capacita’ estrattiva. L’attacco all’Arabia Saudita getta ombre sui sistemi di sicurezza dei Paesi del cartello ed alimenta i timori che nuovi attentati terroristici possano determinare una sospensione dell’offerta di petrolio.

Nel frattempo, cresce l’attesa per l’esito dell’incontro dell’Opec di domani, nel corso del quale verra’ discussa la proposta, avanzata dall’Arabia Saudita e appoggiata dal Kuwait, di un incremento delle quote produttive. Gli analisti, tuttavia, iniziano ad interrogarsi sul vero effetto della manovra sui prezzi del greggio. Al momento il future con consegna a luglio segna una flessione di 78 centesimi a $41.55.

Dopo la riunione dell’Opec, l’attenzione degli operatori si spostera’ nuovamente sugli indicatori economici. E’ infatti atteso per venerdi’ il dato sull’occupazione americana, che dovrebbe fornire chiare indicazioni sulla possibilita’ di un aumento dei tassi di interesse gia’ dalla fine del mese di giugno. Gli analisti si aspettano un incremento dei posti di lavoro di oltre 200 mila unita’.

Tra le blue chip del Dow Jones, i maggiori guadagni li registrano Walt Disney, Coca Cola, Honeywell ed SBC Communications. Da segnalare anche il progresso di Boeing e Procter & Gamble, che nel corso degli scambi hanno toccato i massimi di 52 settimane. In rosso, invece, Home Depot, sull’onda del downgrade da parte di Banc of America, Intel, McDonald’s e Du Pont.

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Sugli altri mercati, dollaro debole nei confronti dell’euro con il cambio tra le due valute a $1.2247. Ricordiamo che la moneta unica e’ ai massimi di due mesi sul biglietto verde. Perde terreno l’oro (-$3.80) che si allontana dalla soglia psicologica dei $400 all’oncia e si attesta a $390.60.

In calo, infine, il prezzo dei titoli di Stato, sull’onda dei timori di un possibile aumento dell’inflazione, con il rendimento del Treasury a 10 anni al 4.72%.