WALL ST. EVITA IL CRASH, SOSTEGNO DALLE MANI FORTI

di Redazione Wall Street Italia
17 Marzo 2008 21:05

Seduta nervosa e volatile a Wall Street, conclusasi con gli indici contrastati. I listini azionari sono riusciti a reggere nonostante le premesse del preborsa avessero lasciato pensare ad un tracollo, per via della crisi del credito che sta mettendo in ginocchio le istituzioni finanziarie. Il Dow Jones, arrivato a segnare una perdita di circa 200 punti in avvio, e’ riuscito a chiudere in territorio positivo, in progresso dello 0.18% a 11972; l’S&P500 ha ceduto lo 0.89% a 1276, il Nasdaq e’ arretrato –1.60% a 2167. I piu’ forti ribassi si sono registrati nel settore bancario/finanziario in seguito alla notizia del takeover di emergenza di Bear Stearns (BSC) da parte della banca d’affari JP Morgan Chase (JPM) per un prezzo di appena $2 per azione.

Bear Stearns, quinta banca d’investimento di Wall Street, con oltre 80 anni di attivita’ alle spalle, ha raggiunto un accordo con JP Morgan, durante il weekend, per essere rilevata per un controvalore di $236 milioni, una cifra irrisoria se si pensa che solo nel mese di gennaio la capitalizzazione di mercato superava i $20 miliardi. Il titolo, gia’ deprezzatosi di circa la meta’ nella seduta di venerdi’, in giornata ha ceduto un ulteriore -84% chiudendo la sessione a $4.79, lasciando spazio ad una possibile revisione al rialzo della proposta di JP Morgan.

Certamente salvare Bear Stearns serve ad evitare l’effetto domino, il propagarsi del panico e dissesti di maggiori proporzioni nel sistema finanziario. Ma molti a Wall Street si chiedono per quale motivo questo trattamento privilegiato per una societa’ finanziaria privata, mentre milioni di cittadini in difficolta’ con le rate del mutuo vengono abbandonati a se stessi e lasciati di fronti al destino che sarebbe dovuto meritare a Bear Stearns: la bancarotta. L’operazione ha quindi scosso gli operatori, e la fiducia e’ crollata subito dopo l’annuncio soprattutto in seguito alle rassicurazioni offerte dai vertici della stessa banca sulle posizioni di liquidita’ ad appena due giorni dall’accordo. “Si tratta assolutamente di una crisi della fiducia degli investitori oltre che di quella di liquidita’. Non voglio utilizzare il termine “panico”, ma di certo c’e’ che la situazione non e’ bella. Nessuno si fida di nessuno oramai”, afferma Roland Hirschmueller, trader del gruppo tedesco Baader. E si vocifera sull’avvio di una class action contro la banca per “dichiarazioni false e devianti” sul titolo.

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A cedere terreno sono state ovviamente le grandi banche d’affari Usa tra cui Lehman Brothers (arrivata a perde oltre il 30% ma poi in rcupero sul finale, su rumors circa il livello di liquidita’ del gruppo), Goldman Sachs (GS), Merrill Lynch (MER) tornate ai minimi del 2003 e inoltre le banche commerciali come Citigroup (C) e Wachovia (WB), che hanno perso fino al 10%, riducendo poi le perdite sul finale. Positiva J.P. Morgan Chase (JPM), giudicata molto solida per aver potuto acquisire BSC.

In rosso anche le societa’ di mutui immobiliari: Fannie Mae (FNM), Freddie Mac (FRE) e Countrywide (CFC) hanno segnato perdite superiori ai 10 punti percentuali. Sul fronte dei broker online, E*Trade ha ceduto oltre -10.0%, perdite di circa il 5.0% per TD Ameritrade (AMTD) e Charles Schwab (SCHW). In forte calo anche i gruppi di brokeraggio su futures e options: MF Global (MF) ha chiuso la sessione con una perdita ‘monstre’ pari a -60%.

“Con molte probabilita’ assisteremo all’uscita di scena di altre istituzioni finanziarie nei prossimi giorni. I salvataggi di Bank of America su Contrywide e di JP Morgan su Bear non saranno gli unici” dichiara Joe Battipaglia, capo degli investimenti di Ryan Beck. Per l’ex capo della Fed, Alan Greenspan, quella attuale e’ la peggiore crisi dal dopoguerra.

Per cercare di mantenere la stabilita’ all’interno del sistema finanziario la Federal Reserve ha tagliato a sorpresa il tasso di sconto al 3.25%, ad un solo giorno di distanza dalla tanto attesa riunione sui tassi, in calendario per la giornata di martedi’. Gli operatori si attendono ora una riduzione secca di un punto percentuale sui tassi a breve; i futures sui fed funds indicano una possibilita’ del 74% che cio’ accada. La Banca Centrale ha inoltre garantito nuovi prestiti di emergenza ad una serie di banche d’affari e ai primary dealer, un’operazione che non accadeva dagli anni ’30, ai tempi della Grande Depressione.

Nessun tipo di supporto e’ giunto inoltre dai dati macro diffusi in mattinata. Pessimi gli ultimi aggiornamenti dal settore manifatturiero che hanno evidenziato un crollo dell’attivita’ nell’area di New York a -22.2 punti nel mese di marzo, nettamente peggiore rispetto alle attese degli economisti. In calo, oltre le stime, anche il dato sulla produzione industriale, scesa dello 0.5% a febbraio. Crisi finanziaria in un contesto di recessione: una situazione critica che sta spingendo gli investitori fuori dall’azionario, in fuga verso beni meno rischiosi come oro e bond.

La crisi dei mercati finanziari Usa portato il rendimento del titolo di Stato Usa a scadenza tre mesi ai minimi da ben 50 anni. Siamo allo 0,652%. Nuovo ribasso degli ‘yield’, appunto i rendimenti, a valere sui Treasury a due e dieci anni. Nel primo caso, il rendimento si e’ abbassato all’1,24%, ai minimi dal luglio 2003. Quanto ai decennali, lo yield e’ sceso al 3,3%. Il mercato da’ per scontato – al 74% di probabilita’ – un taglio di un punto percentuale dei Fed Funds domani.

Il metallo prezioso e’ arrivato ad un nuovo record di $1033.90 all’oncia; ha poi archiviato la seduta in progresso di $3.10 a $1002.60 l’oncia. In rally i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.3140% dal 3.4210% di venerdi’. I rendimenti sui bond con scadenza tre mesi sono crollati ai minimi di 50 anni.

Nel comparto energetico, in ribasso il petrolio, pressato dai nuovi segnali di recessione. I futures con consegna aprile hanno chiuso con un ribasso giornaliero di $4.53 a $105.68 al barile. Sul valutario, l’euro in rialzo rispetto al dollaro, scambiato a 1.5742 nel tardo pomeriggio di New York, dopo aver toccato in nottata un nuovo top assoluto sopra quota 1.59.

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