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WALL ST: DOW RESTA SOPRA 10.000, ALLARME VOLATILITA’

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Con uno strappo sul finale Wall Street e’ riuscita a chiudere sopra i livelli della vigilia una seduta ad alti e bassi segnata da un’elevata volatilita’. Il Dow ha guadagnato lo 0.1% a 10012.23 punti, il Nasdaq lo 0.74% a quota 2141.12, mentre l’S&P 500 lo 0.29% in area 1066.19.

Dopo aver bucato non uno, ma ben due livelli chiave, il Dow Jones ha trovato la forza di riportarsi sopra quota 10.000, con i timori legati alla ripresa dell’economia e allo stato di salute delle finanze di Grecia, Spagna e Portogallo, che si sono gradualmente placati.

E’ andata ancora meglio al Nasdaq, trascinato al rialzo da Applied Materials, Cisco Systems e Oracle. Cisco ha conquistato anche la vetta del Dow, dove ai posti piu’ bassi del podio si sono piazzati Intel e Alcoa. Tra i sottosettori migliori i semiconduttori.

All’interno della sfera finanziaria, comparto che ha chiuso in lieve progresso a fine seduta con un rialzo dello 0.3% (benchmark XLF), si mettono in evidenza Bank of America e Citigroup, con guadagni superiori a un punto percentuale.

La settimana si e’ tuttavia chiusa in perdita per tutti e tre gli indici principali. Il Dow ha perso lo 0.6% da lunedi’, il calo e’ stato pari allo 0.7% per l’S&P e allo 0.3% per il paniere composito.

“E’ stato meno guidato da un’ondata di gente alla ricerca di profitti e piu’ dal fatto che i ribassisti siano esausti”, ha detto Art Hogan, chief market strategist di Jefferies & C, commentando il recupero realizzato sul finale dei listini. “La storia del debito sovrano si fara’ sentire a lungo, ma la reazione dei mercati americani e’ stata esagerata”.

L’ultimo rapporto mensile sull’occupazione non ha offerto che un barlume di speranza per il tartassato mercato del lavoro Usa. In gennaio l’economia ha perso inaspettatamente altri 20 mila posti di lavoro, ma allo stesso tempo il tasso di disoccupazione e’ sceso al 9.7% dal 10% del mese scorso, livello quest’ultimo che coincide anche con quello che era stato previsto dagli analisti.

Tuttavia sul calo della disoccupazione ha influito il fatto che un numero sempre piu’ alto di americani, presi dallo sconforto, ha di fatto smesso di cercare lavoro.

Nel frattempo, sempre in ambito macro, il INSIDER e’ sceso in dicembre per l’undicesimo mese consecutivo, ma molto meno di quanto temuto.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico quotazioni del greggio in ribasso, ma ben sopra i minimi di seduta. I futures con consegna marzo hanno ceduto $1.24 a quota $71.90 al barile. Il greggio ha chiuso la settimana con un calo dell’1.4%. Sul valutario la moneta unica ha perso terreno sul dollaro a quota $1.3651, con il biglietto verde ha raggiunto i massimi di otto mesi. Ancora in contrazione l’oro dopo il tonfo di $49 di ieri: ora le quotazioni valgono $1052.80 l’oncia (-$10.20). Il metallo prezioso ha ceduto l’1.9% nell’arco della settimana. In netto rialzo i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.5400% dal 3.6100% di ieri.