Non accenna ad arrestarsi l’ondata di vendite sui mercati Usa.
A poco piu’ di due ore dalla chiusura delle contrattazioni, il Dow Jones cede oltre 300 punti e si muove nettamente sotto quota 8.400. Era da fine settembre che l’indice industriale non scendeva a questi livelli. Da segnalare che in sole sei sedute (dalla chiusura di venerdi’ 5 luglio) il Dow ha perso oltre 1.000 punti.
E’ in effetto il blocco degli ordini automatici di vendita, una misura per impedire gli eccessi di ribasso.
In forte calo anche il Nasdaq.
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Ad affossare l’indice industriale sono soprattutto i titoli farmaceutici (DRG), sull’onda della notizia dell’acquisizione di Pharmacia (PHA – Nyse), produttrice del vendutissimo Celebrex, da parte del numero uno al mondo Pfizer (PFE – Nyse). L’operazione, del valore di $60 miliardi, e’ stata bocciata dagli investitori, preoccupati di una nuova corsa al consolidamento nel settore. Il titolo PFE cede circa il 15% e trascina al ribasso le blue chip Johnson & Johnson (JNJ – Nyse) e Merck (VSNX – Nyse). Negativo anche il giudizio della banca d’affari Goldman Sachs.
Il Nasdaq e’ depresso dai titoli software (GSO) dopo una raffica di downgrade da parte della banca d’affari Salomon Smith Barney.
Richard Bernstein, chief U.S. strategist di Merrill Lynch, continua a raccomandare di vendere con decisione i titoli tecnologici “ogni qual volta se ne presenti l’opportunita’”.
L’indice high-tech riesce comunque a limitare le perdite grazie alla tenuta dei semiconduttori (SOX), che snobbano un giudizio negativo di Merrill Lynch. In particolare, il titolo Intel (INTC – Nasdaq) beneficia dell’ottimismo espresso da Salomon.
Ad affossare i mercati sono soprattutto le preoccupazioni degli investitori sulla ripresa degli utili societari. Ricordiamo che oggi ha inizio la settimana piu’ calda su questo fronte: circa un terzo delle societa’ quotate all’S&P 500 e la meta’ di quelle appartenenti al Dow comunicheranno in questi giorni i risultati relativi al secondo trimestre. Gli investitori temono una nuova ondata di profit warning.
Pesa poi anche il forte calo del dollaro. Oggi, per la prima volta dal 24 febbraio 2000, la moneta unica europea ha toccato e superato la parita’ con il biglietto verde. La valuta Usa si e’ fortemente indebolita anche nei confronti della divisa giapponese, scendendo sotto la soglia psicologica dei 116 yen.
Ha sortito l’effetto contrario a quello sperato il discorso del presidente Bush sulla ripresa economica, a conferma, se ce ne fosse stato bisogno, del fatto che gli investitori sono stanchi di retorica e vogliono fatti.
Il mercato attende con trepidazione il discorso che il presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, terra’ martedi’ davanti alla Commissione bancaria del Senato. Alcuni temono che il numero uno della banca centrale Usa smorzera’ l’ottimismo sul recupero dell’economia. E c’e’ chi pensa addirittura che, visti i recenti capitomboli dei mercati, la Fed possa tornare ad adottare una politica “accomodante”.
Da segnalare inoltre:
La banca d’affari Bernstein ha emesso una raffica di downgrade sui titoli del settore chimico. Colpita anche la blue chip del Dow Jones Dupont (DD – Nyse).
Sul fronte macroeconomico:
Praticamente ignorato il dato sulle scorte di magazzino al dettaglio di maggio, che ha registrato una crescita dello 0,2%.
Gli utili:
– Nel secondo trimestre 2002 Pfizer (PFE – Nyse) ha battuto le stime per un penny.
– Superiori alle previsioni di due centesimi gli utili del colosso finanziario Banc of America (BAC – Nyse).
Tra le societa’ che comunicheranno i risultati trimestrali in settimana, grande attesa per Intel, Microsoft, Nokia, Motorola, General Motors, Apple, Citigroup, Coca-Cola e IBM.
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