Il profit warning della catena di fast-food McDonald’s e le preoccupazioni circa gli elevati tassi di interesse, gravano sui listini, con gli indici principali che si avvicinano al giro di boa in ribasso (controlla la performance in tempo reale).
Il mercato ha ampliato i cali delle prime battute dopo che McDonald’s ha avvertito che nel secondo trimestre gli utili potrebbero essere messi a dura prova dall’instabilita’ dei tassi di cambio. Nel frattempo si fanno sentire le preoccupazioni degli investitori circa la corsa dei rendimenti dei Titoli di Stato a lungo termine. La paura e’ che l’incremento dei tassi di interesse possa alimentare i costi dei prestiti per i consumatori e per le aziende, finendo per compromettere la ripresa economica.
“In generale la sensazione tra i trader e’ che il mercato e’ destinato ad una correzione”, ha detto Tim Ghriskey, chief investment officer di Solaris Asset Management.
McDonald’s maglia nera del Dow, con un calo del 3% dopo che la societa’ ha annunciato che se i tassi di cambio dovessero rimanere intorno ai livelli attuali, i profitti nel secondo trimestre potrebbero diminuire di 8-9 centesimi. Schiacciati in fondo ai listini anche i big dell’industria manifatturiera e delle risorse di base, tra i settori che piu’ hanno guadagnato durante il rally delle settimane scorse. Freeport-McMoRan Copper & Gold cede il 3%, mentre 3M Co il 2.5%.
Tengono bene invece buona parte delle banche, nell’attesa di conoscere il nuovo rapporto del governo sugli istituti nazionali. Alcune delle societa’ che hanno ricevuto soldi federali in prestito nell’ambito del piano di salvataggio del sistema finanziario TARP, dovrebbero sapere domani se saranno in grado di restituire il denaro. Secondo quanto scritto dal Washington Post, JP Morgan Chase (+2%), Goldman Sachs (-0.8%) e American Express (quasi +1%) dovrebbero incassare l’approvazione di Washington.
I titoli Citi scivolano del 2% circa. Oggi la banca dovrebbe dare il via ad uno swap azionario di $58 miliardi che la settimana scorsa era stato rimandato, dopo che il presidente della Federal Deposit Insurance, Sheila Bair, aveva messo in dubbio la leadershipo dell’AD Vikram Pandit e mentre l’istituto aspettava di ottenere il via libera dalle altre agenzie di controllo, stando a quanto riferito da persone vicine ai fatti.