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WALL ST: CRASH SENZA FINE S&P500 -42.0% IN 12 MESI

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Settima seduta consecutiva in rosso per gli indici azionari. Anche oggi le vendite si sono intensificate nell’ultima ora di scambi, per un’ondata massiccia di sell scatenati da programmi computerizzati, dovuti a vendite forzate di hedge funds che devono rispondere alle “margin call”. L’accelerazione e’ dovuta alla necessita’ di liquidare tutto quel che c’e’ in portafoglio per far fronte ai riscatti dei clienti che escono dal mercato.

Ha contribuito al crollo di Wall Street anche il taglio del rating sul credito di General Motors che ha alimentato nuove tensioni sulla solvibilita’ del colosso auto e, anche in questo caso, forzato le vendite legate alle ‘margin calls’.

Il Dow Jones, ad un certo punto della seduta in progresso di 150 punti, ha chiuso con una perdita del 7.33% a 8579 (sotto la soglia dei 9000 punti per la prima volta dal 2003), l’S&P500 ha ceduto il 7.62% a 909, il Nasdaq il 5.47% a 1645. Esattamente un anno fa sia il Dow Jones che l’S&P500 toccavano il massimo storico rispettivamente di 14164 punti e 1565 punti. Oggi i due indici sono in calo rispettivamente -39% e -42% dal top assoluto. Il Dow Jones ha perso 2300 punti in 7 giorni, equivalenti a -21% (un intero “mercato Orso” in poche sedute).

L’accelerazione al ribasso dei listini nell’ultima ora di contrattazioni si e’ materializzata in parallelo alla decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di inserire in uno stato di “CreditWatch” con implicazioni negative il rating sul credito della societa’ automobilistica General Motors, il cui titolo ha archiviato la sessione con un crollo giornaliero del 31% ai minimi dal lontano 1950.

L’azione coordinata delle Banche Centrali sui tassi d’interesse non e’ stata sufficiente a bloccare l’ondata di vendite sull’azionario che sta continuando a spingere al ribasso i listini di tutto il mondo. Il piano di salvataggio da $700 miliardi ha fallito nel tentativo di distendere il clima in borsa, il Segretario al Tesoro Usa Paulson e’ intervenuto nuovamente affermando che il governo americano potrebbe iniziare a pompare nuovi investimenti nelle banche gia’ entro la fine del mese.

Gli strategist di Merrill Lynch ritengono che per riportare la stabilita’ sui mercati piu’ che manovre di politica monetaria siano necessarie nuove misure fiscali. “Il governo deve ricapitalizzare le banche ad un punto tale da non lasciare dubbi sull’affidabilita’ oppure offrire garanzie sulla responsabilita’ dei depositi”.

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La crisi non sta risparmiando alcun comparto, continuano a soffrire i titoli finanziari, accusano il colpo le societa’ di vendita al dettaglio, sempre piu’ difficile la situazione per i giganti dell’auto. Oltre a General Motors, a spingersi con forza al ribasso e’ stata anche la rivale Ford (-20%).

Tra i titoli bancari, male Morgan Stanley, in ribasso del 25%; nel comparto assicurativo, tonfo di AIG (-25%) nonostante il nuovo prestito dalla Federal Reserve per un ammontare di $37.8 miliardi in cash (oltre alle decine di miliardi gia’ stanziati). Alcuni analisti hanno giustificato il forte calo giornaliero di questi titoli con la rimozione del divieto di ‘vendita allo scoperto’ imposto alcune settimane fa dalla SEC per evitare un ‘panic selling’ sui mercati.

Male le aziende del comparto retail a causa delle deludenti vendite comparate del mese di settembre, le peggiori dal 2001: lo spider settoriale RTH ha lasciato sul terreno il 5.20%. Tutti i componenti del Dow Jones hanno chiuso i rosso, persino IBM che in apertura si era spinto in forte rialzo ha girato in negativo, vittima del vortice delle vendite finali. A poco sono serviti i numeri incoraggianti diffusi dall’azienda informatica che hanno segnalato un incremento del 20% dei profitti nell’ultimo trimestre.

Sul fronte macro, il mercato del lavoro ha segnalato un arresto del trend di crescita delle richieste di sussidio da parte dei disoccupati; nell’ultima settimana l’indicatore e’ risultato in calo, sostanzialmente in linea con le attese degli economisti. In rialzo, oltre le stime, le scorte di magazzino all’ingrosso.

Sugli altri mercati, in ribasso il petrolio, ai minimi di un anno: i futures con consegna novembre hanno ceduto $2.36 a $86.59 al barile. Sul valutario, in flessione l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3627. Vendite anche sull’oro. I futures con consegna dicembre sul metallo prezioso hanno ceduto $20.00 a $886.50 l’oncia. Negativi infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8340% dal 3.7130% di mercoledi’.

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