
Un’altra giornata poco mossa sulla borsa di New York in attesa della decisione della Federal Reserve sui tassi d’interesse. Gli operatori hanno avuto modo di valutare gli ultimi dati macroeconomici e digerire il nuovo flusso di trimestrali, senza tuttavia assumere nuove posizioni sui mercati. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.31% a 12831, l’S&P500 lo 0.39% a 1390, in rialzo frazionale il Nasdaq, salito +0.07% a 2426. C’e’ da dire pero’ che ad alimentare alcune preoccupazioni sono stati gli aggiornamenti emersi dal comparto immobiliare e l’ultimo intervento di George Bush dalla Casa Bianca, sul rischio del rallentamento economico.
Mercoledi’, alle 20:15 ora italiana, sara’ comunicata la decisione della Banca Centrale Usa sul costo del denaro (il meeting a porte chiuse e’ gia’ iniziato). Gli analisti stimano un nuovo taglio del costo del denaro al 2% (i futures scontano una chance pari all’80%) ma sara’ importante valutare il documento ufficiale che accompagnera’ la decisione: non e’ da escludere infatti uno stop alla politica monetaria espansiva per evitare un ulteriore deprezzamenteo del dollaro.
Negli ultimi sei mesi la Fed ha operato sei tagli dei tassi a breve, riducendoli dal 5.25% all’attuale 2.25%. Secondo Bill Gross, manager di Pimco (il piu’ grosso fondo obbligazionario del mondo), “ridurre ulteriormente i fed funds a questo punto potrebbe avere un effetto piu’ negativo che positivo: il dollaro si indebolirebbe ancora, i prezzi delle commodities continuerebbero a salire ed aumenterebbero ulteriormente quelli dei beni importati”.
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Segnali negativi sono giunti dal fronte macro: l’indice S&P/Case-Shiller, che segue l’andamento dei prezzi delle abitazioni nelle 20 principali citta’ americane, ha segnato un ribasso del 12.7% rispetto al mese precedente, evidenziando come il comparto continui a soffrire. E’ risultata nuovamente in calo inoltre, per il quarto mese consecutivo, la fiducia dei consumatori, ai minimi livelli di 5 anni. A causa del deterioramento del mercato del lavoro e dell’impennata dell’inflazione, le famiglie americane hanno assunto un atteggiamento particolarmente ansioso riguardo le attuali condizioni economiche.
In riferimento alle trimestrali societarie, tra le ultime aziende che hanno diffuso i risultati fiscali ha fatto meglio delle attese il colosso delle carte di credito Mastercard (MA), il cui titolo e’ schizzato +11.5%. In recupero dalla debolezza iniziale anche il titolo della rivale Visa (V), dopo la trimestrale diffusa nell’after hour di lunedi’: i profitti sono risultati in crescita ed oltre le attese, ma le previsioni di un rallentamento economico che possa influenzare il business dell’azienda avevano causato un tonfo del titolo di quasi il 5% nel preborsa.
Il gruppo energetico Valero Energy (VLO) ha battuto le stime ma i bassi margini di raffinazione riportati hanno causato un calo del titolo di circa tre punti percentuali. Anche il colosso dell’acciaio U.S. Steel (X) ha fatto meglio del consensus; male invece il gruppo di mutui ipotecari Countrywide Financial (CFC) che ha riportato una perdita trimestrale di $900 milioni. Tra gli altri titoli finanziari, Deutsche Bank (DB) ha annunciato svalutazioni per $4.2 miliardi, responsabili della prima perdita trimestrale dal 2003 per la banca tedesca.
Sugli altri mercati, in netto calo il petrolio. I futures con consegna giugno hanno archiviato la seduta in ribasso di $3.12 a $115.63 al barile. Ad innescare le vendite sul comparto energetico e’ stato il rafforzamento del dollaro e le previsioni di un pronto recupero delle attivita’ negli impianti situati nel mare a Nord dell’Inghilterra.
Sul valutario, euro in calo rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5565. Tonfo dell’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno ceduto $18.70 a $876.80 l’oncia. Seduta in progresso infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.825%.
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