Gli indici americani hanno trattato in territorio negativo per l’intera giornata, spinti al ribasso dal contrastato rapporto occupazionale. Il recupero dell’ultima ora ha permesso agli indici di contenere le perdite ma non di chiudere in rialzo. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.14% a 11850, l’S&P500 lo 0.27% a 1349, infine il Nasdaq e’ arretrato dello 0.28% a 2299.
Nel mese di settembre la crescita dell’occupazione ha subito un rallentamento di gran lunga superiore alle stime degli economisti. Il numero di nuovi posti di lavoro e’ risultato in aumento di 51 mila unita’, contro le attese di 120 mila posti. Si tratta del piu’ basso livello da oltre un anno, dal periodo in cui gli uragani avevano distrutto la zona del Golfo del Messico.
Nel mese di agosto il dato si era attestato a 128 mila, rivisto successivamente al rialzo a quota 188 mila. In calo il tasso di disoccupazione, dal 4.7% al 4.6%; in leggero progresso, invece, la componente del salario orario (+0.2% contro lo 0.3% stimato).
Al forte calo di settembre ha fatto da contraltare la revisione del dato relativo al mese precedente: il rapporto non e’ da ritenersi deludente, tanto meno deve rappresentare un campanello d’allarme su un’eventuale rallentamento economico superiore alle attese. Le indicazioni sono ancora per un livello dei tassi d’interesse fermi al 5.25% almeno fino alla fine dell’anno.
Con riferimento agli sviluppi societari, attenzione puntata sul comparto dell’auto, ed in particolar modo su General Motors ([[GM]]). Il titolo e’ stato investito da un’ondata di vendite, che lo ha costretto ad arretrare del 7%, a causa delle dimissioni, dal consiglio di amministrazione, di Jerome York, fidato consigliere e alleato del miliardario Kirk Kerkorian, azionista del gruppo. La decisione e’ giunta appena due giorni dopo la chiusura delle trattative tra GM, Renault e Nissan, che aveva segnato la sfumatura di una possibile alleanza tra le tre case automobilistiche.
In ribasso il comparto dei semiconduttori, appesantito dalla povera performance di Micron Technology ([[MU]]), sceso del 13% a causa della deludente trimestrale diffusa nell’after hour di giovedi’. Giu’ anche il comparto Internet, sulla scia della debolezza di eBay ([[EBAY]]), giudicato “Sell” da alcuni analisti. Ad attarre i riflettori sul comparto sono state anche le voci di un possibile interessamento di Google ([[GOOG]]) al gruppo YouTube, per cui sarebbe disposto a pagare $1.6 miliardi.
Tra le notizie di Mergers & Acquisitions, in evidenza l’accordo tra la societa’ wireless Crown Castle International ([[CCI]]) e la rivale Global Signal ([[GSL]]), relativo all’acquisizione di quest’ultima per un controvalore di $5.8 miliardi da pagarsi in cash, titoli e debito.
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Sugli altri mercati, nel comparto energetico greggio in calo dopo la smentita di alcuni ufficiali dell’OPEC sull’emergenza di convocare un incontro sul possibile taglio della produzione. I futures con scadenza novembre sono arretrati di 27 centesimi a $59.76 al barile. La perdita settimanale e’ pari al 5%.
Sul valutario, in calo l’euro rispetto al dollaro, ai minimi di due mesi. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di $1.2594. In lieve recupero l’oro. I futures con scadenza dicembre sul metallo prezioso sono avanzati di $1.30 a $576.80 all’oncia. In forte calo i titolio di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.6960% dal 4.6080% della seduta precedente.