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WALL ST. CEDE SUL FINALE, ALERT OCCUPAZIONE

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Dopo aver trattato non lontano dalla linea di parita’ quasi per gran parte della seduta, gli indici americani si sono spinti violentemente al ribasso nell’ultima ora di contrattazioni a causa delle preoccupazioni sul rapporto occupazionale che verra’ rilasciato nella giornata di venerdi’, e dell’incertezza sul salvataggio dell’industria dell’auto da parte del governo americano. Il Dow Jones ha ceduto il 2.51% a 8376, l’S&P500 il 2.93% a 845, il Nasdaq e’ arretrato del 3.14% a 1445. Alcune pressioni sono giunte anche dal fronte societario: diversi warning su profitti aziendali e tagli del personale hanno sollevato serie preoccupazioni sul futuro dell’economia a stelle e strisce.

Il mercato del lavoro continua a fornire segnali preoccupanti, le ultime indicazioni non lasciano presagire nulla di buono per i lavoratori americani che continuano ad essere alle prese con uno scenario alquanto allarmante. Nell’ultima settimana le richieste di sussidio hanno continuato a viaggiare sopra la soglia delle 500 mila unita’, ai massimi livelli di 26 anni.

Nei giorni scorsi si e’ registrata una pesante contrazione dell’occupazione nel settore privato e le stime sul piu’ accurato rapporto occupazionale che verra’ rilasciato nella mattinata di venerdi’ suggeriscono un ulteriore deterioramento del mercato, con perdite di posti di lavoro che dovrebbero attestarsi a 350 mila unita’.

A rendere maggiormente preoccupante lo scenario economico sono gli ultimi annunci societari relativi alle decine di migliaia di posti di lavoro che verranno eliminati in diversi settori industriali, dalla telefonia all’hi-tech, passando per il comparto finanziario. AT&T ha annunciato l’elimininzaizone di 12 mila posti di lavoro, -6500 per il gigante chimico Du Pont, la banca svizzera Credit Suisse ridurra’ di 5300 posti il proprio staff dopo aver riportato una perdita di $2.5 miliardi nei primi due mesi del trimestre in corso. Tagli del personale annunciati anche dal gruppo di private equity Carlyle e dalla conglomerata media Viacom.

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In giornata a polarizzare l’attenzione degli operatori e’ stato in primo luogo il comparto retail in occasione del rilascio dei dati sulle vendite dell’ultimo mese, risultate in forte calo, fatta eccezione per il gigante Wal-Mart che ha invece riportato un rialzo del 3.4%, a conferma di come le famiglie americane stiano concentrando i propri acquisti sulle catene discount.

Riflettori puntati anche sul comparto dell’auto: gli amministratori delegati di GM, Ford e Chrysler sono intervenuti nuovamente a Capitol Hill in giornata per convincere il Congresso ad effettuare il prestito ponte (il cui valore totale e’ salito a $34 miliardi) che eviterebbe la bancarotta alle tre aziende. Non e’ ancora chiaro se i governatori (ancora scettici) consentiranno l’accesso a nuovi finanziamenti o meno.

Tra i singoli titoli, pressioni di vendita sul colosso farmaceutico Merck dopo che ha annunciato un EPS per il 2009 compreso tra $3.15 e $3.30, contro le stime del consensus pari a $3.53. In calo anche il gruppo di software Adobe Systems che ha lanciato un profit warning sul trimestre in corso.

Il colosso finlandese dei cellulari Nokia ha lanciato il secondo allarme in meno di un mese sulle vendite mentre Philips Electronics ha affermato che non sara’ in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2010 di raddoppiare i profitti operativi.

Tra gli altri eventi della gironata da segnalare il forte calo (-5.1%) degli ordini alle fabbriche, oltre le attese degli economisti, e l’ultimo intervento pubblico del presidente della Fed Ben Bernanke, che espresso la necessita di nuove azioni mirate alla riduzione dei tassi di pignoramenti che stanno affliggendo l’economia americana.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico in netto calo il petrolio, sceso ai minimi di 4 anni. I futures con consegna gennaio hanno archiviato la seduta in ribasso di $3.12 a $43.67 al barile. Sul valutario, recupero dell’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.2770. In ribasso l’oro: i futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno perso $5.00 a $765.50 l’oncia. In progresso i Titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 2.57% dal 2.6760% di mercoledi’.

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