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WALL ST. CAUTA DOPO LA FED, BUY SU IMMOBILIARE

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In seguito alla decisione della Federal Reserve di mantenere i tassi d’interesse sui minimi storici, i listini azionari americani hanno archiviato la seduta poco distanti dalla linea di parita’. Il ritraccimaento dai massimi giornalieri si e’ materializzato in parallelo alla comunicazione da parte della Banca Centrale relativa alla rimozione di tutti gli strumenti speciali di supporto varati nei mesi scorsi per permettere all’economia di assorbire il colpo della crisi finanziaria. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.10% a 10441, l’S&P500 ha guadagnato lo 0.11% a 1109, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.27% a 2206.

Come ampiamente atteso, la Banca Centrale ha confermato i tassi a breve nella forchetta compresa tra lo 0% e lo 0.25%, ed ha segnalato che le condizioni dei mercati finanziari sono in miglioramento, in parallelo ad un affievolimento della debolezza nel mercato del lavoro.

I tassi resteranno ancora bassi per un periodo di tempo prolungato, un’ipotesi rafforzata dal fatto che l’inflazione non sembra ancora rappresentare una minaccia per l’economia. I dati relativi ai prezzi al consumo, sono risultati nel mese passato in linea con le previsioni, la versione “core” e’ addirittura risultata piatta per la prima volta dopo 10 mesi consecutivi di rialzi. Il fatto ha contribuito ad allontanare lo spauracchio delle pressioni inflative, che era tornato ad aggirarsi sui mercati dopo il balzo, di oltre due volte superiore alle attese, registrato dai prezzi alla produzione di novembre.

Molto incoraggiante anche il dato giunto dal mercato immobiliare che ha mostrato un incremento dell‘8.9% dei nuovi cantieri edili attestatisi ad un tasso annuale di 574.000 unita’. L’aggiornamento ha innescato un rally nelle societa’ di costruzioni, con DR Horton, KB Home e Lennar in progresso di circa 5 punti percentuali.

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Tra le altre news societarie, sotto i riflettori Adobe Systems, dopo che la produttrice di software ha riportato una perdita nel quarto trimestre, ma allo stesso tempo previsto un fatturato superiore al previsto per i primi tre mesi del 2010.

Nel settore finanziario, l’autorita’ di investimento di Abu Dhabi sta tentando di ritirare l’offerta per l’acquisto di una quota pari a $7.5 miliardi di titoli Citigroup, pari a otto volte il prezzo attuali delle azioni, segnalando di essere stata ingannata dalla banca. Nel frattempo sul mercato hanno iniziato a circolare voci secondo cui Citigroup stabilira’ presto il prezzo dell’emissione di titoli comuni che ha intenzione di avviare per poter restituire al governo i prestiti ricevuti nell’ambito del piano TARP.

Sugli altri mercati, sul valutario sostanzialmente piatto l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ pari a 1.4530. Nel settore energetico, il greggio ha chiuso ancora in progresso. I futures con consegna gennaio hanno guadagnato $1.97 a $72.66 al barile. In rialzo l’oro: i futures con scadenza febbraio si sono attestati a quota $1136.00 (+$13.00) l’oncia. In ribasso infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.5960% dal 3.6030%.