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WALL ST. CANCELLA LE PERDITE E CHIUDE IN RIALZO

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Dopo un brutto avvio Wall Street e’ riuscita a ritrovare la strada dei rialzi archiviando la seduta in progresso. A permettere il recupero dei listini e’ stato l’annuncio di un possibile intervento della Casa Bianca in salvataggio dell’industria automobilistica. Stando alle ultime notizie, il Dipartimento del Tesoro starebbe valutando l’utilizzo di fondi previsti dal programma TARP (originariamente mirato esclusivamente al settore finanziario) per salvare il comparto dell’auto dopo il “no” del Senato al passaggio del pacchetto di aiuti governativi da $14 miliardi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.75% a 8629, l’S&P500 lo 0.70% a 879, il Nasdaq e’ avanzato +2.18% a 1540. Le performance settimanali sono rispettivamente di -0.25%, -0.35% e +2.4%.

Nella serata di giovedi’ il Senato americano aveva respinto il piano di salvataggio gia’ approvato nei giorni scorsi dalla Camera a causa del mancato accordo con i sindacati sugli stipendi dei lavoratori che avrebbe dovuto abbassare i costi del personale per le tre Big di Detroit allo stesso livello di quelli sostenuti dalle aziende giapponesi (Honda, Nissan e Toyota) sul territorio americano. Il fatto ha inizialemnte originato un crollo dei titoli GM e Ford nel preborsa, scesi fino a segnare perdite superiori al 30%, per poi recuperare verso la linea di parita’ sulla notizia del possibile intervento di Washington.

Nel caso in cui non venissero stanziati i capitali di breve periodo General Motors e Chrysler potrebbero presto dichiarare la bancarotta a causa degli insufficienti fondi a disposizione. Stando ad un articolo apparso sul Wall Street Journal la prima avrebbe gia’ contattato banchieri ed avvocati per studiare la richiesta di accesso al processo di amministrazione controllata, e annunciato una drastica riduzione delle attivita’ produttive nel Nord America, a partire dal primo trimestre 2009, che prevede la chiusura di 21 stabilimenti.

A fine giornata a guidare i rialzi e’ stato il comparto tecnologico spinto dalle dichiarazione del Presidente della Camera dei Rappresentati Usa, Nancy Pelosi, sul varo di misure di stimolo economico che dovrebbero produrre un incremento della spesa per computer nei prossimi mesi. Intel e’ avanzato di oltre il 5%, Micron Technology ha guadagnato il 9.70%, l’indice settoriale dei semiconduttori si e’ spinto al rialzo fino a segnare un progresso superiore ai quattro punti percentuali.

Bene anche l’intero comparto delle costruzioni dopo che General Growth, uno dei maggiori gruppi americani proprietari di centri commerciali, ha effettuato un balzo del 30% dopo aver ottenuto il rifinanziamento del mutuo per un valore di $814 milioni.

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A terminare la seduta in rialzo e’ stato anche il comparto finanziario nonostante le preoccupanti notizie che hanno interessato alcune aziende del settore. L’amministratore delegato di Jp Morgan ha ammonito su perdite “terribili” nel quarto trimestre, sostenendo comunque che il rischio di una grande depressione al momento non esiste, mentre Bank of America ha annunciato un taglio di 35 mila posti di lavoro nell’arco dei prossimi tre anni in risposta al deterioramento dell’economia. Pressioni anche sul colosso delle carte di credito American Express a causa dei commenti negativi di Deutsche Bank.

Sul fronte macro, nuovo calo delle vendite al dettaglio nell’ultimo mese che, scendendo dell’1.8% si sono comunque attestate a livelli migliori del consensus. In ribasso anche i prezzi alla produzione: la contrazione di novembre e’ pari a -2.2%, leggermente maggiore delle stime degli economisti che erano per un ribasso del 2.0%. E’ cresciuta a sorpresa la fiducia dei consumatori, spiazzando gli economsiti che avevano invece pronosticato un calo.

Sugli altri mercati, in calo il petrolio. I contratti futures con consegna gennaio hanno archiviato la seduta in ribasso di $1.70 a $46.28 al barile. La performance settimanale e’ pari a +13.4%. Sul valutario, euro stabile a 1.3370 contro il dollaro. In ribasso l’oro: i futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno ceduto $6.10 a $820.50 l’oncia. In progresso i Titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 2.5890% dal 2.6480% di giovedi’.

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