Avvio cautamente positivo per i mercati americani. A spingere i listini verso gli acquisti, la tornata positiva di utili societari – primo fra tutti General Motors (GM – Nyse) – e i dati confortanti provenienti dal mercato del lavoro – i sussidi di disoccupazione settimanali sono scese di 32.000 unita’, a quota 360.000, contro le attese di un dato a quota 395.000. Si tratta del livello piu’ basso delle ultime sei settimane.
Tuttavia l’aumento del prezzo del petrolio e l’aspettativa di un conflitto con l’Iraq continuano a preoccupare gli investitori e suggeriscono prudenza.
Inoltre bisogna aggiungere che gli stessi risultati sugli utili, seppur positivi, non sembrano sufficienti a garantire una ripresa della domanda e dunque risultati altrettanto positivi nei prossimi trimestri. (vedi il riquadro piu’ in basso specifico sugli utili)
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FOTOGRAFIA E BILANCIO SUGLI UTILI DI OGGI
Tra le societa’ che hanno battuto le aspettative:
il gigante automobilistico General Motors (GM – Nyse), il colosso Internet Yahoo! (YHOO – Nasdaq), la compagnia aerea Delta Air Lines (DAL – Nyse), la societa’ farmaceutica Abbott Labs (ABT – Nyse), il colosso cartario International Paper (IP – Nyse), il gruppo di prodotti tecnologici per il settore difesa e una delle blue chip del Dow Jones United Technologies (UTX – Nyse), la societa’ di retail Sears (S – Nyse), la societa’ di software Symantec (SYMC – Nasdaq), il gruppo di archiaviazione dati QLogic (QLGC – Nasdaq).
Hanno ottenuto risultati in linea con le stime:
il colosso dei Pc Apple Computer (AAPL – Nasdaq) la societa’ biotech Genentech (DNA – Nyse), i gruppi bancari Fleetboston Financial (FBF – Nyse) e Banc One (ONE – Nyse).
Come si diceva prima, sebbene i numeri annunciati siano decisamente positivi, non sembrano sufficienti a garantire agli investitori una ripresa significativa della domanda e risultati altrettanto buoni nei prossimi trimestri. Il caso Intel e’ l’esempio piu’ palese della situazione. Il gruppo ha annunciato numeri buoni ma ha segnalato le difficolta’ dell’industria riducendo la spesa in conto capitale per il 2003. Non a caso, sebbene abbiano annunciato risultati positivi, hanno ricevuto note negative sia Yahoo! che Apple.
La banca d’affari Needham ha abbassato il rating su AAPL da ‘Buy’ a ‘Hold’. La banca esprime perplessita’ sul fatto che Apple possa continuare a sovraperformare il mercato, anche se l’azienda dovesse guadagnare quote di mercato.Tagliate anche le previsioni sugli utili del 2003.
Quanto a Yahoo!, il titolo ha ceduto nel preborsa oltre il 9% dopo aver scontato i risultati trimestrali migliori delle attese prima di annunciarli. I risultati del gruppo avrebbero inoltre secondo gli esperti deluso alcuni investitori che invece di 8 centesimi per azione ne aspettavano 10. E’ il parere di James Preisser, analista per Investec che ha assegnato un rating “sell” al titolo. Creidt Suisse First Boston ha abbassato il rating sul colosso Internet da ‘Neutra’l a ‘Underperform’. La banca ritiene che il rapporto tra prezzo del titolo e fondamentali dell’azienda sia troppo elevata.
“I titoli del settore Internet sono ancora cari” ha dichiarato Mike Bayer, gestore di fondi per Ceros Vermoegensverwaltung .
Gli investitori attendono adesso con ansia risultati di “barometri” hi-tech come Microsoft (MSFT – Nasdaq) e IBM (IBM – Nyse) che saranno annunciati a mercati chiusi. Dopo la delusione ricevuta da Intel gli investitori sperano che i due gruppi forniscano indicazioni piu’ rosee.
Tra le notizie che alimentano le preoccupazioni degli investitori sulla ripresa dell’hi-tech, il report di oggi sull’associazione Semiconductor Equipment and Materials International (SEMI). La SEMI ha annunciato che le vendite globali di infrastrutture per chip sono scese del 37,4% a $1,27 miliardi rispetto al mese precedente, confermando che la tanto attesa ripresa del settore chip e’ ancora lontana.
Tra le notizie incoraggianti, la banca d’affari Fulcrum ha alzato il rating sugli operatori telefonici wireless AT&T Wireless (AWE – Nyse) e Sprint PCS (PCS – Nyse) da ‘Neutral’ a ‘Buy’. La banca ritiene che le preoccupazioni degli investitori circa il rallentamento della crescita del numero di sottoscrittori, le grosse spese in investimenti per la telefonia di terza generazione (3G) e la debole domanda dei servizi 3G sono gia’ incorporate nei prezzi.
Sul fronte macroeconomico, prima dell’avvio e’ stato annunciato anche l’indice prezzi al consumo di dicembre, cresciuto meno delle previsioni – +0,1% contro le attese di +0,2%. I dati, comunicati dal dipartimento del Lavoro, confermano che il fattore inflazione e’ un problema ancora lontano per l’economia Usa.
Alle 12:00 atteso il Philadelphia Fed di gennaio.
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