Inizio di settimana decisamente positivo per Wall Street. Le trimestrali delle aziende, prossime a piovere su Wall Street – e stimate in buona crescita – regalano alla prima Borsa mondiale sostanziali rialzi, con il Dow Jones a guadagnare l’1,14% a 10.329,63 punti mentre l’indice Nasdaq si è avvicinato sensibilmente alla soglia dei 2.000 punti, chiudendo in crescita dell’1,66% a 1.992,57 punti.
Sul mercato si è fatta sentire, benevola, anche l’ipotesi che la Banca Centrale Europea riveda a breve la propria politica monetaria, dando una spinta al dollaro e permettendo alla Federal Reserve di gestire con maggiore serenità il rialzo dei tassi che – nonostanto l’invito alla pazienza – prima o poi dovrà assestare, elevando l’attuale soglia dell’1% cui sono da mesi ancorati.
In attesa che venerdi prossimo il Dipartimento del Lavoro comunichi il dato sull’occupazione a marzo – gli analisti puntano ad una produzione elevata di nuovi posti – la piazza finanziaria americana si è ben comportata seguendo la voglia del Nasdaq di recuperare terreno dopo avere perso il 7,5% dall’apice toccato alla fine di gennaio, al termine di una cavalcata iniziata sin dalla seconda parte del 2003.
A fine contrattazioni, tra i singoli comparti, brillante la prestazione di quello tecnologico il quale, sulla scia del produttore di computer, Hewlett Packard (+3,3% dopo avere ricevuto buoni giudizi dal settimanale Barron’s) ha visto salire anche Sun Microsystems (+3,1%) e Cisco Systems (+2,5%) oltre a OraSure technologies (+2,5%).
Performance di rilievo anche per General Electric (+1,3%) e per la produttrice di chip per la telefonia Qualcomm, avanzata del 6,2% grazie al buon giudizio sul titolo comunicato da SchwabSoundview Capital Markets. In rialzo, ancora, il produttore di motociclette HarleyDavidson (+3% grazie ai commenti di Barron’s) e le case farmaceutiche Amgen (+2,3%) e Tularik (+44,4%) – protagoniste di una fusione miliardaria – mentre ha chiuso in controtendenza il produttore informatico Callidus Software, sceso del 35,7% dopo avere previsto, per il primo trimestre fiscale, una perdita netta, al posto dell’utile stimato dagli agli analisti.