Partenza in calo per i listini azionari americani nell’ultima seduta dell’anno, che si chiudera’ con il progresso piu’ consistente dal 2003.
In mancanza di notizie societarie di rilievo, gli operatori preferiscono pertanto vendere e intascare qualche profitto dopo i guadagni delle ultime sedute, cosi’ come avvenuto ieri sul finale di seduta. Intanto e’ il dollaro a dettare i tempi, estendendo il rimbalzo iniziato ieri e mettendo pressioni su titoli e materie prime.
Sono molto sottili gli scambi in vista della fine dell’anno, anche se le attivita’ sono aumentate, di pari passo con un miglioramento del tono generale, dopo la pubblicazione del Chicago PMI, risultato superiore al previsto. Il focus si concentrera’ piu’ tardi sull’esito dell’ultima asta de Tesoro dell’anno, in questo caso di Titoli a sette anni, che verra’ interpretata dagli operatori come barometro dell’appetito del rischio.
Nell’anno che volge al termine, il miglioramente delle previsioni per l’economia americana e mondiale hanno aiutato le blue chip a guadagnare il 20% da gennaio ed effettuare un balzo del 61% dai minimi storici di marzo.
Tuttavia desta ancora preoccupazioni il settore finanziario, il cui stato di salute resta incerto: stando a quanto riportanto dal Wall Street Journal, GMAC Financial Service starebbe per ottenere $3.5 miliardi di nuovi aiuti dal governo, dopo i 12.5 miliardi di prestiti gia’ ricevuti.
Sempre in ambito di notizie societarie, Nokia ha presentato causa contro Apple, ritenendo i prodotti di quest’ultima responsabili di infrangere la sua licenza esclusiva.
Nel settore farmaceutico, giungono notizie negative per due colossi del settore. La Food and Drug Administration non ha approvato i dati di laboratorio del medicinale contro le infezioni prodotto da Johnson & Johnson. Pfizer nel frattempo ha interrotto i test per la cura contro il cancro ai polmoni.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in calo il greggio. I futures con consegna gennaio cedono $0.17 a $78.75 al barile. Sul valutario, l’euro scambia in ribasso a $1.4332 nei confronti del dollaro. In contrazione anche l’oro a $1091.60 l’oncia (-$6.50).