Si spegne l’illusione di un rally duraturo a Wall Street, con i listini che al giro di boa perdono circa due punti percentuali dopo il balzo della vigilia. A parte i motivi prettamente tecnici, ad incupire il morale degli investitori sono le ultime trimestrali, ma soprattutto le letture deboli di mercato del lavoro e immobiliare, a conferma della gravita’ della situazione economica americana. Gli indici quasi bruciano i forti guadagni di ieri, con il Dow che e’ in calo dell’1.57%, il Nasdaq del 2.09%, mentre l’S&P 500 del 2.42%
Pesa in particolare la lettura delle vendite di nuove case, che ha mostrato un calo di quasi il 15%, sui livelli piu’ bassi mai raggiunti, dopo che le cifre relative a novembre sono state riviste al ribasso.
Non da’ segnali di recupero il mercato del lavoro, dove proseguono i licenziamenti di massa ormai diffusi in tutti i settori. Le richieste di sussidio da parte dei disoccupati sono risultate ancora in rialzo nell’ultima settimana, sorprendendo gli analisti che invece avevano stimato un calo del dato. Male anche gli ordini di beni durevoli, scesi per il quinto mese consecutivo.
Presi di mira i finanziari, che pagano i forti guadagni della vigilia. Citigroup e Bank of America lasciano sul campo circa quattro punti percentuali ciascuna, mentre i colossi petroliferi Exxon Mobil e Chevron scambiano in calo del 2% circa. L’indice settoriale dei finanziari scivola di circa il 4%, mentre i gruppi di energia e risorse di base sono in ritardo di circa il 2%.
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Ieri i mercati hanno fatto un balzo di oltre tre punti percentuali, aiutati dal ritrovato appeal per i titoli finanziari, sostenuti sia dalle voci circa la creazione di una “Bad bank” che si occupi di rilevare gli asset tossici che dalle parole rassicuranti della Federal Reserve, che ha promesso di fare tutto il possibile per aiutare l’economia.
Decisamente piu’ deprimenti le notizie in arrivo dal fronte societario, con una serie di colossi dell’industria che ha annunciato risultati deludenti. Tra queste la famosa catena di coffee shop Starbucks, che nell’after hour di ieri sera ha riportato un calo dei profitti peggiore del previsto, ed annunciato la chiusura di 300 negozi nonche’ il liceziamento di 7000 dipendenti.
A pesare sul sentiment degli investitori sono anche i numeri fiscali deludenti rilasciati dal gruppo di chip Qualcomm e dalla compagnia assicuratrice Allstate. Il gruppo energetico Royal Dutch Shell ha riportato una perdita di $2.8 miliardi; la societa’ automobilistica Ford ha bruciato $6 miliardi nell’ultimo trimestre. Non sono suffiienti le rassicurazioni offerte sulla liquidita’ e il titolo vira in rosso di circa il 2.5%.
$3.63 miliardi di perdite anche per la farmaceutica Eli Lilly, mentre la rivale AstraZeneca ha riportato utili piatti e annunciato un taglio di 15 mila posizioni nella forza lavoro. Risultati in linea con le attese per il colosso del tabacco Altria (parent company di Philip Morris) con utili in crescita.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, in calo il petrolio. I futures con consegna marzo segnano un ribasso di 81 cents a $41.35 al barile. Sul valutario, in calo l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.29528. Netta sterzata dell’oro, che dopo una partenza fiacca si e’ issato sui massimi di seduta oltre la soglia dei $900. Al momento scambia in rialzo di $8.00 a $898.00 l’oncia. In flessione i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 2.7040%.