
Un’altra giornata pesante per l’azionario americano, pressato dal nuovo allarme giunto dal settore finanziario. I listini sono arrivati a segnare una perdita superiore ai tre punti percetuali nell’arco della seduta, per poi recuperare terreno nell’ultima ora, probabilmente grazie all’intervento delle mani forte che hanno evitato il brusco sell-off in vista del weekend. Il Dow Jones ha ceduto l’1.60% a 11951, l’S&P500 il 2.08% a 1288, il Nasdaq e’ arretrato del 2.26% a 2212. L’eventuale chiusura ai minimi giornalieri, in un clima di forte incertezza, avrebbe potuto innescare un panic selling alla riapertura dei mercati dopo la pausa per il fine settimana.
La tensione resta comunque alta sui mercati dopo l’allarme lanciato da Bear Stearns (BSC) sulle posizioni di liquidita’. La banca d’affari ha dovuto far ricorso ad un finanziamento d’emergenza da parte di JP Morgan Chase e della Federal Reserve Bank di New York, a causa “di un significativo deterioramento della liquidita’ negli ultimi giorni” confermando le voci circolate di recente. Il titolo, portatosi sotto la soglia dei $50 per la prima volta dal 2001 e’ arrivato a dimezzarsi in valore, per poi archiviare la seduta con un ribasso del 47%.
“Il problema principale ora riguarda i clienti della banca, se questa sara’ in grado di vedersi confermata la fiducia” afferma Bruce Foerster, presidente di South Beach Capital Markets. “Altre banche sono gia’ incappate in questo tipo di problema, alcune ce l’hanno fatta, altre sono fallite. Spero che Bear possa superare la crisi”. “Non penso lasceranno andare giu’ Bear. Sarebbe devastante per il mercato in questo particolare momento” ha aggiunto l’economista Charles Gueisst. Meno ottimista Charles Peabody, analista di Portales Partners LLC: “L’unica salvezza sta nell’unione con qualche altro istituo. Non penso abbiano le basi per uscire da soli da questo disastro”.
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Non va dimenticato che la crisi subprime ebbe inizio l’anno scorso proprio con il collasso di due fondi particolarmente esposti ai mutui ad alto rischio gestiti dalla stessa banca. L’annuncio di Bear e’ dunque una vera e propria doccia fredda in un mercato altamente volatile, particolarmente attento ai possibili crac finanziari sulla scia del “credit crunch” che ha gia’ messo in ginocchio numerose istituzioni finanziarie.
Naturale la reazione particolarmente negativa degli investitori, la cui fiducia e’ stata messa a dura prova, soprattutto dopo le smentite giunte nei giorni scorsi dagli stessi vertici del gruppo sui rumors di problemi legati alle posizioni di liquidita’. Il comparto finanziario ha inevitabilmente segnato la strada dei ribassi, lo spider XLF ha chiuso in calo del 4%. Si teme ora un effetto domino sulle altre grosse banche d’affari: Citigroup (C) ha lasciato sul terreno il 6%, Lehman Brothers (LEH) e’ arretrato -14%, in calo del 5% Goldman Sachs (GS), Merrill Lynch (MER) e Morgan Stanley (MS).
L’allarme ha avuto l’effetto di oscurare senza riguardo i buoni dati macroeconomici rilasciati in mattinata che hanno evidenziato una dinamica dei prezzi al consumo
migliore delle attese e un livello della fiducia dei consumatori in calo ma superiore al consensus. Il CPI e’ risultato piatto nel mese di febbraio sia nella versione standard che in quella “core”; le attese degli analisti erano rispettivamente per un rialzo dello 0.3% e dello 0.2%.
Il fatto ha incrementato le possibilita’ di un atteggiamento maggiormente aggressivo della Fed in ambito di tassi d’interesse. Il mercato continua a scontare un’elevata probabilita’ che nel meeting del prossimo martedi’ la Banca Centrale operera’ un taglio di 75 punti base del costo denaro, riducendo i fed funds al 2.25% dall’attuale 3%.
Sugli altri mercati, in lieve calo il petrolio. I futures con consegna aprile sull’oro nero hanno chiuso in ribasso di 23 centesimi a $110.10 al barile. Sul valutario, l’euro ha sfiorato la soglia di 1.57 nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5668. In rialzo l’oro a $1000 l’oncia. Salgono infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4210 dal 3.5340% di giovedi’.
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