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WALL ST. A DUE VELOCITA’, PESANO PRESE DI PROFITTO

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Seduta a due velocita’ per l’azionario americano, con l’S&P 500 e il Nasdaq che chiudono in ribasso, penalizzati dalle prese di beneficio nel settore finanziario e tecnologico, dopo che il calo delle esportazioni Usa e i piani di emissione di azioni comuni annunciati da diverse societa’ hanno placato l’entusiasmo degli investitori. Il Dow Jones ha invece registrato un rialzo dello 0.60% a quota 8469.35, grazie ad un’accelerazione sul finale. L’indice allargato ha perso lo 0.1% a quota 908.35, mentre il paniere composito lo 0.88% a 1715.92 punti.

Relegate nei bassifondi dei listini la banca JP Morgan Chase (-3.5%) e la societa’ di carte di credito American Express, che arretrano di circa il 3.5% all’interno di un settore particolarmente debole. L’indice KBW dei bancari ha lasciato sul campo oltre cinque punti percentuali, ma si trova ancora su livelli piu’ di due volte superiori alla chiusura del 9 marzo.

A sostenere il paniere delle blue chip sono stati i rialzi degli energetici, favoriti dalla corsa dei prezzi del petrolio, e dei titoli difensivi, in particolare sanitari e farmaceutici. A tradire il Nasdaq sono stati i colossi del settore hi-tech, tra cui Apple (-3%). L’indice e’ ancora in rialzo del 35% dai minimi toccati a inizio marzo.

In ambito macro, gli investitori attendono di ricevere segnali piu’ chiari di una ripresa economica. I dati diffusi martedi’ hanno mostrato che la bilancia commerciale si e’ allargata in marzo per la prima volta in otto mesi, segnale della debolezza della domanda al di fuori dei confini statunitensi.

“Gli investitori stanno cercando di ottenere qualche segnale che serva da catalizzatore, ma di recente non ce n’e’ stato uno chiaro che possa giustificare investimenti immediati e a piene mani”, osserva Bucky Hellwig, senior vice president di Morgan Asset Management. “Ad esempio lo scongelamento dei mercati finanziari e la fine degli stress test sono stati catalizzatori evidenti, che hanno avuto il loro effetto positivo”.

Durante le contrattazioni il paniere S&P 500 ha temporaneamente bucato l’importante supporto dei 900 punti, ma e’ ancora in rialzo del 33,3% dai minimi testati a inizio marzo. A innescare il rally e’ stato l’ottimismo scaturito dai segnali di stabilizzazione della situazione finanziaria e economica piu’ in generale.

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Ancora sotto pressione il comparto automobilistico. I titoli Ford hanno fatto un tonfo di oltre il 10%, il giorno dopo che la casa di Detroit ha annunciato che mettera’ sul mercato 300 milioni di titoli per poter pagare col ricavato il piano di copertura medica dei propri pensionati. Seduta da dimenticare anche per GM, su cui gravano le vendite di alcuni azionisti importanti. I titoli, in calo di oltre il 20%, sono crollati sui livelli piu’ bassi dal 1933.

Ma Ford non e’ l’unica societa’ ad avere l’intenzione di vendere azioni comuni. Ad aver annunciato piani simili sono stati anche Anadarko Petroleum, US Bancorp, Bank of New York Mellon. I titoli di quest’ultima lasciano sul terreno il 3%, dopo che la banca ha annunciato l’emissione di 1,2 miliardi di titoli comuni. Gli investitori temono che l’offerta di nuovi titoli sul mercato finisca per diluire le quote degli azionisti attuali.

Dopo un avvio ben intonato, virano in rosso Citigroup, Bank of America e MBIA. Il maggiore assicuratore di bond del Paese ha annunciato profitti pari a $701 milioni nel primo trimestre. A mercati chiusi sara’ Applied Materials a presentare i conti fiscali.

Nel frattempo l’accelerazione delle quotazioni del petrolio, che hanno temporaneamente toccato i massimi di sei mesi, ha dato slancio alla maggior parte dei titoli energetici. Le Exxon Mobil sono salite di oltre l’1.5%. Ben intonati anche i farmaceutici, in particolare i giganti Pfizer (+5%) e Merck (+1.5%), che hanno permesso al Dow di contenere le perdite.

Sugli altri mercati, dopo aver oltrepassato la soglia dei $60 il barile, i prezzi del petrolio chiudono in rialzo di $0.35. Il contratto con consegna giugno ha registrato un progresso percentuale dello 0.6, attestandosi a quota $58.85 il barile. Sul valutario si rafforza l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3691. In progresso l’oro: i futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno guadagnato $10.40 a $923.90 l’oncia. In marginale rialzo infine, i Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark a 10 anni che e’ sceso al 3.1700% dal 3.1800% di lunedi’.