In Edicola

Volvo, ritorno al futuro

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

La casa automobilistica svedese punta alla guida autonoma con veicoli robotizzati di lusso

A cura di Motori.it

Come si può immaginare il futuro? A livello automobilistico, uno scenario sul quale l’industria sta riversando immense quantità di capitali è quello della guida autonoma. Un tema importante e complesso perché coinvolge aspetti tecnici, finanziari, organizzativi, giuridici, politici, etici e, se vogliamo, anche filosofici. Prima di parlare del nuovo modello di casa Volvo è necessario fare una premessa: cosa significa guida autonoma?

Esistono diversi livelli di automazione dei veicoli, codificati a livello internazionale. Le più sofisticate automobili in circolazione oggi dispongono di sistemi di livello 2, detto di assistenza avanzata. I dispositivi elettronici sono in grado di prendere il controllo del veicolo, ma il guidatore deve essere costantemente vigile e pronto ad agire sui comandi in caso di emergenza o necessità.

Fra tre o quattro anni vedremo sulle strade auto di livello 3, dotate di guida automatica. Il veicolo procede quindi in autonomia in particolari situazioni in cui il flusso di traffico scorre nella stessa direzione; in altri termini, in autostrada. Anche in questo caso però il guidatore deve essere in grado di riprendere il controllo del veicolo, qualora la situazione lo richiedesse.

La vera guida autonoma parte dal livello 4. In questo caso il veicolo è controllato dal software sia in autostrada che nel traffico urbano. Il conducente può fare altro: leggere, lavorare o magari dormire. Gli verrà chiesto di riprendere il controllo solo in situazioni di complessità estrema, dopo un avviso con ampio anticipo. Sono comunque necessari ancora anni di studi prima di avviare le sperimentazioni.

Prima di decidere se questi veicoli verranno immatricolati su strada sono indispensabili profonde revisioni legislative, oltre a importanti interventi nell’infrastruttura pubblica. Il livello 5 è il traguardo finale: il veicolo sarà autonomo al 100% e potrà fare a meno del guidatore umano. Non sarà richiesta nemmeno la patente. Il campo di applicazione su cui puntano la maggior parte degli investimenti è soprattutto quello del taxi robot. Allo stato attuale della tecnologia, si tratta di uno scenario ancora utopistico.

La Volvo 360c Concept è una concept car, vale a dire un prototipo che rappresenta un esercizio tecnologico. La casa svedese crede molto nella completa automazione dei veicoli e immagina un nuovo modo di vivere il trasporto individuale, senza tralasciare i numerosi vantaggi per la sicurezza. Volvo 360c è pensata come un ufficio mobile, un salotto, una mini sala riunioni, uno spazio d’intrattenimento per percorrere anche grandi distanze senza lo stress della guida. Si può continuare a svolgere attività, rilassarsi, guardare un film, ascoltare musica, leggere o anche dormire. Il trasporto avviene a zero emissioni poiché questo è un veicolo elettrico.

La casa svedese, oggi di proprietà del colosso cinese Geely, immagina, fra gli scenari possibili, anche un’alternativa al trasporto aereo a corto raggio: un mezzo privato con trattamento di prima classe che porta il passeggero a destinazione senza code, controlli di sicurezza, sedili stretti. Sarà meno veloce di un treno, ma certamente più comodo. Questo veicolo verrà concepito come abilitato alla guida autonoma di livello 5.

Non ci sono ancora informazioni tecniche su questo progetto, ma Volvo tiene a sottolineare alcuni aspetti strettamente legati alla rivoluzione tecnologica a cui mira. Innanzitutto, la necessità per i veicoli robot di comunicare tra loro, soprattutto con gli utenti umani della strada: si presume infatti l’esistenza di un periodo di transizione in cui veicoli autonomi e tradizionali convivono. Radar, telecamere e mappe non saranno più sufficienti. Per segnalare le proprie intenzioni sarà necessario uno standard universale di comunicazione affinché i mezzi automatici possano sostituire completamente l’uomo. Ma come tutelare la sicurezza dei passeggeri che decidono di riposarsi durante il viaggio? Le normali cinture non sarebbero infatti utilizzabili. Gli ingegneri svedesi stanno studiando una speciale coperta di sicurezza, dotata di sistemi di ritenuta simili a quelli delle cinture a tre punti.

L’articolo è stato pubblicato sul numero di maggio del magazine Wall Street Italia.