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VOLETE CHE LA BORSA SALGA? PIU’ CREDITO PER TUTTI

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Se le banche statunitensi non si decideranno in fretta ad ampliare le linee di credito per far ripartire i prestiti a imprese e famiglie e di conseguenza avviare una vera crescita economica (per ora solo statistica) il mercato azionario e’ destinato a subirne le conseguenze. Dalle ultime analisi tecniche dell’ex analista di Merrill Lynch David Rosenberg emerge un legame strettissimo tra l’andamento dei listini azionari americani e la velocita’ monetaria (ovvero il rapporto tra il PIL e il tasso di massa monetaria M1).

Rosenberg, attuale Chief Economist e Strategist della societa’ di investimento canadese Gluskin Sheff, mette in evidenza come il legame che intercorre tra i due elementi raggiunga un coefficiente di correlazione impressionante del 90%. Tuttavia una cosa sono le iniezioni di liquidita’ della Fed nel sistema, tutta un’altra questione e’ l’utilizzo che si fa della massa monetaria, che dovrebbe essere lo strumento chiave per alimentare la ripresa dei prestiti e dell’economia.

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Il programma di allentamento monetario della Federal Reserve dura da oltre due anni, con la fase di espansione del bilancio della Banca Centrale che si protrae ormai da 15 mesi. Ma fino ad oggi quello che le banche commerciali hanno fatto (scatenando le ire di Barack Obama) con tutta quella liquidita’ a disposizione e’ stato semplicemente conservare i $1200 miliardi di contanti nei loro libri di bilancio.

Non e’ chiaro se il motivo per cui Washington e’ cosi’ in collera sta nel fatto che gli istituti abbiano di fatto riutilizzato gran parte dei soldi iniettati dalla Fed investendolo in titoli dello Zio Sam (al momento le banche detengono una cifra record di Titoli di Stato pari a $1300 miliardi di Treasuries).

Quello che e’ certo e’ che si nota chiaramente un rapporto molto stretto tra il movimento del mercato e la fase di riassetto monetario. Nonostante una saltuaria divergenza registrata all’inizio del rally azionario del 2003, il periodo compreso tra il 2004 e il 2007 suggerisce che se le banche non incominceranno ad estendere le linee di credito al piu’ presto, sara’ difficile che il rimbalzo dell’azionario dai minimi toccati a inizio marzo 2009 si possa protrarre anche nel 2010.