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VOLATILITA’ AI MINIMI, MA POTREBBE CALARE ANCORA

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Il Chicago Board Options Exchange’s Volatility Index (VIX), anche piu’ semplicemente chiamato indice della volatilita’, e’ considerato come la misura piu’ attendibile e precisa della paura che circola sui mercati. Il fatto che sia sceso sui minimi di 16 mesi deve essere interpretato dagli investitori come un chiaro segnale di semaforo verde per i rialzisti o piuttosto il contrario, un sintomo allarmante in chiave futura?

Inanzitutto l’andamento tenuto dall’indice VIX negli ultimi giorni non dovrebbe sorprendere piu’ di tanto, perche’, come ha spiegato bene in un’intervista all’emittente Usa CNBC Brian Stutland, presidente e trader di Stutland Equities, “e’ un evento caratteristico del periodo di gennaio, quando si e’ mosso in media in ribasso del 5%”.

“E’ un segnale di salute, che sottolinea come il mercato stia allungando il rally in gennaio. Fino a quando non vedremo un deterioramento delle attivita’ creditizie del mercato obbligazionario e fino a che il trend dell’indice VIX non dara’ segni di cambiamento, non presentera’ alcun rischio continuare a investire in questo mercato”, ha dichiarato Stutland.

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Secondo Stutland molti trader stanno scommettendo su un incremento dell’indice di volatilita’, ma sarebbe meglio se facessero attenzione ed aspettassero invece ancora un po’ di tempo prima di comprare la volatilita’. Per capirlo non serve guardare molto lontano.

“Se si analizza l’andamento dei futures sul VIX di marzo – ha sottolineato l’analista – si nota che scambiano in media ad un premio altissimo, pari al 25% rispetto al livello a cui il VIX scambia al momento”.