Società

Volatilità in aumento su valute e commodities

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Legnano – La giornata di ieri è stata molto interessante dal punto di vista della volatilità. Abbiamo infatti assistito ad movimenti importanti che hanno dato la possibilità a molti trader di sfruttare questi aumenti di volatilità, soprattutto sul mercato valutario e su quello delle commodities.

L’oro ha raggiunto i nuovi massimi storici a 1.479,60 dollari/oncia e per ora sembra stia consolidando. 1.465,00 e 1.450,00 i livelli di supporto cui prestare attenzione, mentre l’argento ha raggiunto 42.48, record anch’esso, e qui l’area sopra 40 figura sembra poter rendere vischiosi i movimenti dei prezzi, che potrebbero rimanere sostenuti fino a sera.

Intanto arrivano molti dati macroeconomici dalla Cina, che come ricordiamo, è sempre più guardata dagli occhi degli analisti e sta assumendo sempre più importanza a livello globale.

Il dato più importante che potrebbe contribuire a muovere i mercati è sicuramente l’inflazione. La rilevazione per il mese di marzo, vede un +5.4% su base annua contro aspettative di 5.2% ed un precedente di +4.9%. Ricordiamo che la Cina negli ultimi mesi ha messo in atto diverse politiche atte a contenere le pressioni inflattive, mosse che hanno funzionato nel breve ma che per ora stanno lasciando la strada aperta ad aumenti dei prezzi al consumo che potrebbero pesare ulteriormente sul potenziale rallentamento a livello di crescita economica, a cui la Cina potrebbe andare incontro.

Il GDP del primo trimestre 2011 ha mostrato un ottimo +9.7%, in calo di 0.1 punti percentuali rispetto al precedente, ma migliore del consensus dei vari analisti che stimavano un +9.4%. La produzione industriale ha segnato un +14.4%, mentre le vendite al dettaglio un +17.4%.

Dall’America arrivano invece i jobless claims, che si sono attestati a 412k unità. Questo rappresenta sicuramente un brutto colpo per il dollaro americano, che nelle ultime settimane, come abbiamo avuto più volte modo di commentare, si è indebolito a livello globale. Il fatto che il mercato si aspettasse un ulteriore miglioramento (di 5k unità) rispetto alla rilevazione precedente, dove la richiesta di sussidi di disoccupazione era scesa a 380.000 ci fa capire come dopo la rilevazione di ieri le possibilità che il dollaro rimanga nel suo attuale status, aumentano.

Concludiamo la settimana con l’ultimo appuntamento di analisi tecnica.

L’eurodollaro pur mantenendo ancora fortemente una tendenza rialzista ha mostrato, ieri mattina, una decisa flessione. Questo ha permesso ai prezzi di giungere, dopo un percorso a ribasso di più di una figura in poche ore, sino al supporto indicato perfettamente dall’ultima percentuale (76.4%, meno considerata rispetto ai tre canonici livelli) di Fibonacci, 1.4380, che abbiamo potuto osservare anche ieri valutando il movimento di lungo del cambio (compreso fra 1.5140 e 1.1890).

Essendo poi i prezzi ritornati ampiamente all’interno della fascia mantenuta sino alle ore precedenti, crediamo potrebbero esserci ancora ottime possibilità di veder nuovi massimi sul cambio. Ricordiamo che 1.4520, confermato anche ieri prima della discesa, risulta essere il più importante livello di resistenza, mentre il punto obiettivo si trova a 1.4580.

Non vi è molto di cui parlare sul cambio UsdJpy, tuttora in una fase di lenta correzione dai massimi di settimana scorsa. Continuiamo ad osservare 82.10, considerandolo come maggior livello di supporto per una speranza di ripresa a rialzo del cambio.

Il cambio EurJpy ha corretto ieri, seguendo quanto mostrato dalla moneta unica, andando addirittura a rompere il livello apparso come il più importante a 120 figura. Un grafico con candele a 4 ore mostra perfettamente quanto i prezzi non abbiano rispettato il livello statico di supporto, ma invece si siano perfettamente fermati sul test dei prezzi della media mobile esponenziale di lungo periodo, a 119.30.

Oltre a quest’ultimo crediamo che 120, nell’immediato, possa ritornare ad essere un livello di supporto interessante e sulla scia di un euro nuovamente in salita potremmo assistere ad una ripresa verso i livelli prossimi a 121.50, dove troviamo una buona coincidenza di massimi negli ultimi tre giorni di scambi.

Diamo uno sguardo ora al cable, che ha approfittato ieri per compiere un movimento in salita ed avvicinarsi nuovamente alla parte altra del range indicato da qualche giorno. Siamo infatti giunti a 1.6390, non riuscendo ad agguantare i massimi precedenti per qualche punto. Il supporto a questo movimento, nonché parte bassa del trading range mantenuto negli ultimi giorni, è 1.6230.

Vediamo ora il cambio EurGbp dopo che ha preso sempre più piede, visto il movimento correttivo di ieri, l’idea di una correzione successiva ad un doppio massimo storico (0.8930). Il percorso del cambio affinché questo sia confermato però appare ancora piuttosto lungo, dato che dovremmo avere un ritorno a 0.87 per decretare la fine della salita.

Concludiamo osservando il franco, ancora in forze contro il dollaro e l’euro.
Il cambio UsdChf continua a rimane pericolosamente vicino al nuovo minimo storico registrato ieri esattamente a 0.89 figura, testimoniando come la ricerca di livelli sempre inferiori non si sia arrestata. Continuiamo a pensare che una boccata di ossigeno per il dollaro possa arrivare al di sopra di 0.8990, nel breve.

Il cambio EurChf ha mostrato ieri una decisa rottura di 1.29, giungendo perfettamente all’altro livello suggeritoci dal 50% di ritracciamento di Fibonacci, 1.2850, dell’ultima ondata rialzista messa a segno dal cambio da metà marzo. I livelli per il breve sono rappresentati da 1.2950 e da 1.2850 appunto.

Copyright © FXCM per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved

*Questo documento e’ stato preparato da FXCM Forex Capital Markets. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.