(9Colonne) – Roma, 11 lug – “Una scelta sbagliata”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, l’ex procuratore antimafia Pier Luigi Vigna definisce la decisione dell’Anm di scioperare il 20 luglio contro la riforma dell’ordinamento giudiziario. Secondo Vigna le toghe non possono incrociare le braccia perché, come ebbe a dirgli lo stesso Saragat, “sono un organo costituzionale”, “sarebbe come se decidesse di scioperare il Consiglio dei ministri”. Vigna afferma di non condividere le proteste sul disegno di legge “perché ero critico su quel punto della riforma che riguardava l’assetto della Procura della Repubblica: è stato stralciato” ed “è stato stralciato anche quell’altro punto che riguardava gli avvocati: non saranno più presenti nei consigli giudiziari. In questo modo si evita l’imbarazzo dei magistrati. E poi è stata prevista la possibilità di passare per ben quattro volte dal ruolo di giudice a quello di pm e viceversa. Una cosa importante”. Vigna difende il cambio di regione richiesto ad un magistrato per poter passare da un ruolo ad un altro: “Se uno fa il magistrato, e lo fa come deve, deve essere pronto anche ad andare in un’altra regione”, “se uno vuole cambiare ruolo, vuol dire che sente una motivazione profonda. Vuol dire che sente dentro quello che Socrate chiamava il demone. E allora? A fronte di una scelta così profonda che cosa sarà mai cambiare regione?”. Esprime tuttavia preoccupazione sulla norma per l’azzeramento dei ruoli direttivi e semidirettivi con anzianità superiore agli otto anni, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge: “Visto i tempi lunghissimi che il Consiglio superiore della magistratura impiega per nominare i consigli direttivi….”. Il magistrato propone quindi di “esortare il Csm a decidere più in fretta le nomine dei consigli direttivi. Questo mi sembrerebbe agire come un organo costituzionale e non come un potere che va a contrastare un altro potere”.
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