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Videogioco il cui obiettivo è sterminare l’umanità si espande come un virus

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NEW YORK (WSI) – Si chiama Plague Inc., costa solamente 99 centesimi, ed è un gioco per iPhone, iPad e dispositivi dotati di sistemi operativi Android che sta diventando un vero e proprio virus globale.

Bloomberg riporta come questa app ha già ottenuto più di 15 mila download e catturato l’attenzione di molti esperti del settore, rimasti sbalorditi da tali risultati.

Il gioco consiste nel cercare di diffondere un virus su tutto il pianeta, in modo da uccidere l’intera umanità. Il che sembrerebbe qualcosa di orribile e brutale però, come in tutte le cose, bisogna vederne il lato positivo.

In molti infatti vedono il gioco come uno strumento per aumentare la consapevolezza del rischio reale di pandemie nel mondo, specialmente in un momento in cui i finanziamenti pubblici per la ricerca medica scarseggiano.
“Giochi come questo possono raggiungere persone che non pensano all’importanza della scienza”, ha dichiarato Ian Lipkin, direttore del Columbia’s Center for Infection and Immunity.

Il creatore del gioco, il ventiseienne James Vaughan, è intanto diventato milionario grazie alla App. Quando lo ha creato stava semplicemente pensando a qualcosa di creativo da fare nel tempo libero, come dopo lavoro. E così in meno di un anno, spendendo solamente poco meno di 5mila dollari ha improvvisamente raggiunto una grossa popolarità e catturato l’attenzione del U.S. Centers for Disease Control and Prevention, che studia i casi di malattie infettive nel mondo.

L’idea, come detto, è quella, partendo da un Paese a scelta e con un semplice batterio o virus, di trovare il mondo di farlo espandere sfruttando le vulnerabilità dei Paesi, clima, densità di popolazione, la povertà, etc. con l’obiettivo di spazzare via l’umanità, prima di poter trovare una cura.

Dave Daigle, del Centres of Disease Control, ha dichiarato: “tutti possono imparare da questo gioco, soprattutto i bambini. La salute pubblica e quella del pianeta è una di quelle cose che ben pochi conoscono a meno che le cose non iniziano ad andare per il verso sbagliato”.