Società

VIA COL VENTO (DELLA RIPRESA)

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

La ripresa degli Stati Uniti è apparsa ad alcuni un fatto sorprendente. E in un certo senso lo è, se si considera l’aumento dell’indice degli acquisti da parte delle imprese: che è scattato al livello 54,3 in novembre contro il 45,9 in ottobre.

Il livello inferiore a 50 indica ordinativi in calo e quello sopra 50 ordinativi in aumento. Un bel balzo che però non nasce dal nulla.

Deriva dalla politica di riduzione estremamente coraggiosa del tasso di interesse da parte della Federal Reserve guidata da Alan Greenspan, che è all’1,25 per cento per i tassi interbancari.

Si è così ridotto l’onere per interessi passivi delle famiglie americane indebitate, compensando in gran parte le perdite che esse avevano subito con lo sgonfiamento della Borsa. Inoltre le imprese hanno più convenienza a tenere scorte di magazzino.

Questo tipo di ripresa non coinvolge ancora il commercio internazionale o gli investimenti nei settori tecnologici e di base. Si è indebolita invece la domanda di nuove case, che da tempo sorreggeva la congiuntura. Chi voleva farsi l’alloggio approfittando dei bassi tassi, dell’ultimo anno, ormai lo ha fatto.

Dunque vi è il rischio che la politica monetaria degli Stati Uniti non basti a sostenere la ripresa mondiale. Ora è l’Europa che deve fare la sua parte.

La Bce dovrà ridurre il tasso di interesse, perché l’inflazione da cambio della moneta ha esaurito i suoi effetti e la Germania, ove questo fenomeno non era stato rilevante (a differenza che in Italia e altrove), comunque, è in aperta recessione.

Ma ciò probabilmente non basta. Ci vogliono altre spinte. Gli Stati Uniti hanno lanciato all’inizio della settimana la proposta di riduzione generalizzata a zero dei dazi doganali extra agricoli entro il 2015.

I paesi in via di sviluppo esprimono riserve, perché partono da tariffe più alte e l’obiettivo per loro è più oneroso. L’azzeramento è un miraggio anche per il Congresso americano. Ma ulteriori riduzioni delle protezioni doganali servirebbero a dare slancio all’economia mondiale.

Sino a ora l’Europa, intenta a torturarsi con nuove versioni del Patto di Stabilità, ha taciuto. Sembra quasi che la ripresa mondiale sia un business di competenza americana.

Copyright © Il Foglio per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved.