Parte oggi per concludersi dopodomani l’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione del 30% di Fiamm, azienda vicentina che produce componenti per automobili e batterie industriali. Il debutto a Piazza Affari è fissato per il 30 novembre.
“Abbiamo deciso di quotarci – ha spiegato a Wallstreetitalia l’amministratore delegato di Fiamm, Ernesto Musumeci – perché intendiamo espanderci, anche attraverso acquisizioni societarie, nel settore delle stazioni di energia per telecomunicazioni; è un mercato che vale $10 miliardi. Attualmente con le batterie industriali per le telecomunicazioni noi operiamo nel sottomercato, che ne rappresenta il 10%. Vogliamo fare il salto di qualità e diventare fornitori di sistemi per le stazioni di energia”.
Il prezzo massimo di offerta al pubblico è di 2,8 euro con un lotto minimo di mille azioni per un controvalore di 2.800 euro. L’offerta globale riguarda un massimo di 45 milioni di azioni, delle quali 37 milioni di nuova emissione e 8 milioni messe sul mercato da Elettra SpA, azionista di maggioranza facente capo ai diversi rami della famiglia Dolcetta, fondatrice dell’azienda mezzo secolo fa, che al momento controlla il 75,3% del capitale. Elettra manterrà comunque il controllo con il 53,7 che scenderà al 51,8% in caso di esercizio integrale della greenshoe (6 milioni di azioni).
Inclusa la greenshoe, andrà sul mercato circa il 30% del capitale. Agli investitori istituzionali è destinato un massimo di 33,75 milioni di azioni pari al 75% dell’offerta globale. L’operazione è curata da Banca IMI in qualita’ di sponsor, responsabile del collocamento e joint Global Coordinator, ruolo che ricopre insieme a Lehman Brothers. Euromobiliare agisce invece come co-sponsor.
Fiamm ha chiuso il primo semestre 2000 con un utile di esercizio di 6,2 milioni di euro, in crescita di quasi il 20% rispetto ai 5,3 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Per il 2000 la società prevede un risultato operativo in crescita, mentre l’utile netto risulterà inferiore rispetto ai 13,9 milioni di euro del 1999.
“Il calo dell’utile – ha spiegato l’amministratore delegato – sarà dovuto al dazio del 100% imposto dal governo USA nell’ambito della ‘guerra delle banane’ (la guerra commerciale tra USA e Unione Europea), e agli oneri di ristrutturazione per la chiusura di due stabilimenti, uno in Belgio e l’altro in Italia”.
Per quanto riguarda la guerra commerciale con gli Stati Uniti, che è costata all’azienda 35 miliardi di lire di mancati ricavi nel 1999, Musumeci ha rivelato che in ogni caso nel 2001 questo non sarà più un problema: “non dovremo più esportare negli USA, in quanto nell’agosto scorso è stato completato uno stabilimento in Georgia che ha iniziato la produzione a settembre e sarà a regime nel maggio 2001”.
Fiamm ha deciso di continuare a distribuire dividendi e non teme la volatilità dei mercati nelle ultime settimane.
“Non temiamo il momento di incertezza che sta attraversando il mercato – ha detto Musumeci – anzi, per certi versi una società solida come la nostra, con grossi potenziali di crescita e in grado di allargare il proprio mercato nelle telecomunicazioni alla soglia dell’era dell’UMTS, può rappresentare un’opportunità molto interessante per gli investitori”.
La società è attiva in vari settori.
Nel settore dei clacson e altri avvisatori acustici, Fiamm ha il 60% del mercato mondiale e fornische le principali case automobilistiche mondiali, tra le quali Ford (F) e General Motors (GM).
Nel settore delle batterie avviamento e delle batterie industriali l’azienda di Montecchio Maggiore (Vc) si colloca al terzo posto nel mondo e al quinto posto negli USA nel settore delle batterie industriali stazionarie.
Nel 1994 l’azienda è entrata anche nel segmento dei sistemi antenna per auto, per il quale è prevista una crescita significativa in concomitanza con lo sviluppo delle tecnologie connesse alla diffusione delle informazioni via etere quali i servizi di navigazione satellitare (GPS), la telefonia mobile dual band e l’UMTS, tecnologia per i telefonini di terza generazione.
Fiamm è presente in Europa, USA, Sud America e Estremo Oriente direttamente attraverso 30 società controllate o attraverso reti di importatori e distributori. I ricavi esteri rappresentano circa il 70% del totale, di cui il 48% proviene dall’Europa e il 18% dal Nord America.
A questo proposito la società si sta organizzando per aumentare la propria quota di mercato in paesi ad alto potenziale quali gli Stati Uniti e l’area Asia-Pacifico e l’Est Europeo.
Il management sta attuando un piano di razionalizzazione che prevede la progressiva concentrazione produttiva delle batterie di avviamento in tre stabilimenti, due in Italia e uno nella Repubblica Ceca, rispetto ai sei precedenti. Anche il sistema logistico e quello di distribuzione verranno razionalizzati con la creazione di due poli europei di distribuzione, uno in Italia e uno nella Repubblica Ceca.
La razionalizzazione si è resa tanto più necessaria dopo un decennio di acquisizioni, dalla francese Klaxon, acquistata nel 1990 alla alle inglesi IBS e Trojan Battery Ltd., comprate l’anno scorso, passando per altre acquisizioni in Italia, USA e Europa Orientale.
Oltre all’ingresso nel settore dei servizi integrati per comunicazioni, il ricorso al mercato ha lo scopo di sviluppare i business esistenti.
In particolare, Fiamm conta di aumentare la presenza nei nuovi canali distributivi e nei mercati dell’Europa Orientale per il settore delle batterie di avviamento, di consolidare la leadership mondiale negli avvisatori acustici espandendosi nell’area Asia-Pacifico, ampliare la presenza negli Stati Uniti e nell’area Asia-Pacifico per il settore batterie industriali, e rafforzare la capacità produttiva e le strutture commerciali e di assistenza post vendita in Europa per le batterie trazione.
Fiamm conta, inoltre, di trovare nuovi canali per i prodotti e i servizi dell’azienda sviluppando la distribuzione via e-commerce, sia business to business, sia business to consumer.