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Verifica governo tra 20 giorni. Alfano coordinatore PdL, lascia la Giustizia

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Roma – La verifica di maggioranza, sollecitata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si terrà nell’Aula del Senato nella quarta settimana del mese tra il 20 e il 27 giugno, lo stesso periodo in cui si svolgerà il dibattito alla Camera. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Tempi e modalità del dibattito sulla verifica verranno decisi, di concerto con la Camera, in una successiva riunione dei capigruppo anche se i giorni utili sono tra martedì 21 e venerdì 24 giugno.

Napolitano il 6 maggio con una lettera ai presidenti di Camera e Senato aveva chiesto che il Parlamento fosse informato dal presidente del Consiglio sull’ampliamento del governo dopo la nomina di nove sottosegretari visto che l’attuale maggioranza è diversa rispetto a quella formatasi dopo le elezioni politiche. L’impegno per le amministrative aveva fatto slittare la decisione sulla data a dopo il voto.

Angelino Alfano intanto dopo la batosta elettorale sarà indicato questa sera «segretario politico» del Pdl nel corso dell’ufficio di presidenza del partito. È quanto riferiscono diverse fonti parlamentari del Pdl, secondo le quali i tre coordinatori, compreso il dimissionario Sandro Bondi, potrebbero restare in carica. La decisione dovrebbe essere formalizzata entro pochi giorni da un Consiglio nazionale appositamente convocato e determinerebbe le dimissioni dell’attuale ministro della Giustizia.

L’accelerazione è stata impressa ieri in nottata dopo un vorticoso giro di contatti telefonici, ma anche a una cena dal presidente del Senato Renato Schifani alla quale hanno preso parte molti ex An. Da questi ultimi è arrivato un sostanziale «via libera» all’indicazione di Alfano come guida politica del Pdl, spiega una fonte della maggioranza. Si è così arrivati alla decisione di indicare il Guardasigilli come segretario politico.

L’altro aspetto rilevante riguarda il sostituto di Alfano a via Arenula. Il Guardasigilli, una volta formalizzata la sua nomina nel partito, dovrebbe infatti rassegnare le dimissioni. Nel Pdl nessuno si sbilancia sui possibili successori: «è una partita ancora aperta che sta gestendo il presidente», spiega un pidiellino di peso. È certo però che stanno circolando alcuni nomi, fra i quali quello di Maurizio Lupi. Anche se, secondo qualcuno, al ministero della giustizia potrebbe andare un tecnico. Secondo altri, infine, l’occasione della sostituzione di Alfano potrebbe portare al riempimento della ministro per le Politiche comunitarie.

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Il dibattito sulla verifica di governo si terra’ nell’aula della Camera nella quarta settimana di giugno, dopo l’esame del dl Sviluppo, tra il 20 e il 27 giugno: lo ha deciso la Conferenza dei capi gruppo di Montecitorio. Anche al Senato si terra’ tra il 21 e il 24.

Ancora un rinvio per il ddl sul testamento biologico. Il testo, infatti, secondo il calendario deciso questa mattina dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, non e’ previsto tra gli appuntamenti per l’Aula del mese di giugno. Il Pd, come anticipato da Dario Franceschini in Aula, ha chiesto che il dibattito si potesse svolgere gia’ la prossima settimana: tuttavia, da quanto si apprende, il presidente della Camera Gianfranco Fini avrebbe proposto come prima data utile la quarta settimana di giugno: da contatti informali con il presidente del Senato Renato Schifani e’ emerso che al Senato il dibattito poteva svolgersi dopo i referendum del 12 giugno, ma in quella settimana l’Aula di Montecitorio dovra’ esaminare il Dl sviluppo.

“La maggioranza si e’ opposta alla richiesta di tenere la prossima settimana il passaggio parlamentare chiesto dal presidente Napolitano. Sperano che i problemi si risolvano rimandandoli; tutto questo lo paga il Paese”, sostiene Franceschini. Ma il capogruppo del Pdl cade dalle nuvole davanti a questo attacco: “Abbiamo aderito ad una proposta di calendario presentata dal presidente della Camera che abbiamo condiviso. E’ stato Franceschini ad opporsi a Fini, che ha descritto un percorso che portava il dibattito alla quarta settimana di giugno. Per noi non cambia nulla se quel dibattito lo facciamo domani o fra due settimane: la nostra linea e’ stata decisa e non cambia”.

PDL RIFLETTE DOPO IL CRACK. BERLUSCONI, RIMANDO IL FUNERALE… Alfano coordinatore unico? ‘Vediamo, abbiamo il comitato di presidenza presto’: cosi’ il premier Silvio Berlusconi, da Bucarest, risponde ai giornalisti, all’ indomani della forte sconfitta registrata dal centrodestra nelle amministrative, lasciando l’albergo.

Stasera e’ in programma l’ufficio di presidenza del partito. Il premier sceglie poi l’ironia davanti alla sconfitta: “Volevo fissare il mio funerale, ma ho troppi impegni e rimandiamo”. Intervistato da Repubblica, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani dice che il presidente del Consiglio deve dimettersi, sollecita il Parlamento a cercare la soluzione di una nuova legge elettorale e conclude che dopo si deve andare a votare.

Secondo quanto riportato da Reuters il dibattito al Senato sulla verifica di governo, richiesto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si terrà nella settimana tra il 21 e il 24 giugno, in parallelo a quello che si svolgerà a Montecitorio. Lo ha deciso oggi la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.

Le modalità del dibattito e delle votazioni saranno concordate tra Camera e Senato. Il Pd, come ha detto la capigruppo Anna Finocchiaro, presenterà una mozione da sottoporre al voto dell’aula. Ieri il capigruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, aveva chiesto al premier Silvio Berlusconi di presentarsi in Parlamento dimissionario dopo la sconfitta alle ultime elezioni amministrative.

Il 6 maggio scorso Napolitano, dopo avere firmato i decreti di nove nuovi sottosegretari, aveva chiesto al Parlamento di pronunciarsi sulla composizione del governo, visto che ne erano entrati a far parte esponenti di gruppi diversi rispetto alla originaria coalizione elettorale del centrodestra.

Il riferimento è ad alcuni sottosegretari provenienti dal gruppo parlamentare dei “Responsabili”, la terza gamba della maggioranza di centrodestra dopo l’uscita del Fli di Gianfranco Fini, che erano passati con Berlusconi dopo essere stati eletti nelle liste del centrosinistra.