L’esercito statunitense ha dato il via in Kuwait alle manovre militari più importanti dalla fine della Guerra del Golfo, in previsione di un possibile intervento armato nel vicino Iraq.
Alla due giorni di esercitazioni, sia diurne che notturne, partecipano migliaia di soldati e centinaia di veicoli corazzati, e non senbra essere un caso che le manovre siano iniziate subito dopo la denuncia statunitense di “palese violazione” della risoluzione 1441 da parte dell’Iraq e che la stampa sia stata invitata ad assistere.
BUSH VACCINATO – Il presidente George W. Bush ha ricevuto il vaccino per il vaiolo. L’informazione è ufficiale. Bush ha ricevuto il vaccino, che può provocare reazioni, al momento in cui s’appresta a trascorrere qualche giorno lontano dalla Casa Bianca.
Bush aveva annunciato l’intenzione di farsi vaccinare quando aveva lanciato il piano per immunizzare contro il vaiolo – nonostante le controindicazioni – mezzo milione di militari e più o meno altrettanti medici, infermieri ed elementi della protezione civile.
RINFORZI NEL GOLFO – Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ascolterà, il 9 gennaio, un rapporto dettagliato degli ispettori sulla dichiarazione irachena sulle armi di distruzione di massa, che, giovedi’, gli Stati Uniti hanno definito una «violazione palese» della risoluzione 1441 delle Nazioni Unite dell’8 novembre.
Per quella data, però, il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld avrà già impartito gli ordini per rendere operativa una decisione del presidente George W. Bush, che, dopo due giorni di consultazioni con i suoi strateghi, ha ieri approvato l’invio nel Golfo entro gennaio di altri 50 mila militari statunitensi, che andranno ad aggiungersi ai 60 mila circa già presenti.
MISSIONE RINVIATA – Citando il deterioramento della crisi con l’Iraq, Bush ha anche deciso di rinviare una missione in Africa in programma nella prima metà del mese prossimo (e che, invece, si farà più avanti nell’anno). Fra le ragioni del rinvio, però, il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer ha anche citato il desiderio del presidente di cominciare a lavorare, nell’anno nuovo, sulle priorità della politica interna.
LONDRA: TRUPPE PRONTE – La Gran Betagna invita le sue truppe a prepararsi al conflitto con l’Iraq, mentre dall’altra parte dell’Atlantico le prospettive di pace si allontanano sempre di più: per la prima volta, il premier Tony Blair ha messo pubblicamente i soldati di Sua Maestà sul piede di guerra.
All’indomani del rapporto del capo ispettore Onu Hans Blix sulla dichiarazione irachena in fatto di armi di distruzione di massa, l’inquilino di Downing Street si è rivolto alle Forze Armate britanniche dagli schermi Tv nazionali.
Con un messaggio in diretta davanti alle telecamere della Bbc, il premier ha invitato i soldati a fare «tutti i preparativi necessari» per una guerra con l’Iraq. Mentre Londra e Washington pensano alla guerra, la Chiesa anglicana appoggia ufficialmente la linea del Governo britannico.
SADDAM: ATTACCO IMMINENTE – Baghdad giudica imminente un intervento nel Golfo degli Usa, che promettono informazioni top secret sugli arsenali di Saddam Hussein all’Onu. Come chiede il capo degli ispettori Hans Blix, il quale il 9 gennaio illustrerà al Consiglio di Sicurezza l’andamento delle ispezioni in Iraq, che proseguono a ritmo serrato.
«Gli Stati Uniti cercano di metterci con le spalle al muro con l’unico fine di aggredire», ha scritto oggi il quotidiano Babel, diretto da Uday, il primogenito del rais di Baghdad, il quale ha anche etichettato il presidente americano George W. Bush come barbaro, comparandolo al condottiero mongolo Hulagu, discendente diretto di Gengis Khan, che nel 1258 prese Baghdad.
La denuncia di Baghdad sull’imminenza di una guerra segue di meno 24 ore l’annuncio del Pentagono sull’invio di 50.000 uomini, rifornimenti e materiale bellico nel Golfo nella prima parte di gennaio. Fra Medio Oriente e Golfo, gli Usa contano già su una presenza militare pari a 65.000 uomini.
IL PAPA – Tanti conflitti «insanguinano» il pianeta, altri «minacciano di esplodere con rinnovata virulenza». Non solo «l’orizzonte è rigato di sangue», ma anche «l’incuria umana» arreca «devastazione» all’ambiente.
Toni forti e due registri, pacifista e ambientalista, nel discorso del Papa alla Curia. E una insistenza, forte teologicamente e simbolicamente, sul «tratto dolente, di vera passione, del volto di Cristo, per i conflitti che insanguinano tante regioni del mondo».
Giovanni Paolo II, ricevendo nella sala Clementina i cardinali, la Curia romana e la Famiglia pontificia per gli auguri natalizi anzichè concentrarsi come era solito fare gli anni scorsi in questa occasione, su temi interni alla Chiesa e alla sua organizzazione, ha volto lo sguardo alle grandi questioni mondiali.
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