I mercati azionari americani hanno registrato pesanti perdite nella prima settimana di contrattazioni dopo i 4 giorni di sospensione seguiti all’attacco terroristico che l’11 settembre ha colpito gli Stati Uniti.
Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso la settimana a quota 8.235,81 e perso complessivamente il 14,25%, registrando la sua peggiore perdita settimanale degli ultimi 61 anni, mentre il Nasdaq e’ calato del 16% per terminare a 1423,17.
Come e’ noto i mercati finanziari reagiscono velocemente e drammaticamente alle notizie negative – e notevoli cali si sono verificati in altre occasioni di emergenza – ma spesso si riprendono velocemente.
Il primo giorno di contrattazioni dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941, il Dow Jones Industrial Average e’ sceso del 4,4% per poi perdere un ulteriore 11% nei quattro mesi successivi. Il Dow ha pero’ recuperato il 20% nel 1942 e ha poi raddoppiato i propri livelli nei tre anni successivi. Secondo la societa’ di ricerca Ibbotson Associates un investitore che avesse acquistato blue chip americane subito dopo il bombardamento e le avesse tenute fino alla fine del 1945, avrebbe guadagnato oltre il 25% annuo. “In generale e’ incredibile quanto poco impatto abbia avuto sui titoli azionari americani”, ha commentato William Schwert, professore di finanza all’Universita’ di Rochester.
Anche la crisi cubana iniziata il 23 agosto 1962 ha spinto immediatamente il Dow a -9,4%, ma due mesi dopo l’indice guadagnava il 21,3%.
Il 21 novembre 1963, giorno dell’assassinio del presidente John Kennedy, il Dow Jones e’ sceso del 2,9% , ma si e’ poi ripreso del 4,5% il giorno seguente e ha continuato a salire, guadagnando il 25% nei 12 mesi successivi.
Nei due mesi dopo l’invasione Irachena al Kuwait del 2 agosto 1990 i titoli azionari sono scesi del 14%, ma hanno poi guadagnato il 31% nel 1991.
Alla notizia dell’inizio della guerra del Golfo del 24 dicembre 1990 il Dow Jones ha perso il 4,3%, ma due mesi dopo ha ripreso il 19,8%.
Anche nel precedente attacco terroristico al World Trade Center del 26 febbraio 1993 il Dow e’ sceso del 2,8% nella prima giornata di contrattazione, per guadagnare il 2,7% dopo tre settimane e l’8,4% dopo due mesi. Nei 12 mesi seguenti l’attacco i titoli azionari sono cresciuti del 13,7%.
L’esperienza, quindi, dimostra che i mercati tendono a stabilizzarsi dopo la prima settimana di volatilita’ seguente eventi straordinari.
E’ vero pero’ che la tragedia della scorsa settimana che ha distrutto le torri gemelle del World Trade Center di New York e colpito il Pentagono, non ha confronti.
L’incertezza legata al nemico che l’America si prepara a combattere potrebbe spingere i consumatori e gli investitori a prendere un momento di pausa e questo potrebbe rivelarsi fatale a un’economia gia’ sull’orlo della recessione.
Anche prima dell’attacco, infatti, il clima economico aveva iniziato a deteriorarsi; la crescita americana e quella globale stavano rallentando, gli utili aziendali erano in calo e la disoccupazione in aumento.
“Vista la minore prevedibilita’ sul futuro rispetto agli anni 90, i titoli azionari dovrebbero arrancare nei prossimi cinque anni per superare il rendimento delle obbligazioni”, ha commentato Mike Collins, stratego di Pictet Asset Management.
“Penso che l’appetito per il rischio legato ai titoli azionari tornera’”, ha invece anticipato Mark Kiesel, manger della societa’ di gestione obbligazionaria Pimco, “non penso pero’ che tornera’ ai livelli della fine degli anni 90”.