Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, chiederà al Parlamento poteri speciali per avviare un vasto piano di nazionalizzazioni, che investirà soprattutto il settore energetico e quello delle telecomunicazioni. Chavez punta, in particolare, a riportare in mano pubblica il settore della raffinazione, concentrato nella regione dell’Orinoco. “Nella regione dell’Orinoco – sottolinea in un discorso pronunciato in occasione dell’insediamento del nuovo Governo a Caracas – il controllo delle compagnie internazionali sul processo di raffinazione dovrà passare in mano venezuelana”. Chavez anticipa quindi la richiesta di una “profonda riforma” della costituzione per creare una “Repubblica socialista del Venezuela”, al posto della “Repubblica bolivariana del Venezuela”, attualmente in vigore in base alla costituzione del 1999. Secondo Chavez, “un anno è più che sufficiente” per arrivare all’approvazione dei poteri speciali. “Saranno la madre di tutte le leggi rivoluzionarie”, afferma il presidente, che viene rieletto il mese scorso per altri sei anni, dopo un primo mandato iniziato nel 1998. Chavez ricorda poi i poteri speciali concessigli dal Parlamento nel 2001 per varare la riforma agraria e assicura che stavolta le nuove leggi andranno ancora più in profondità, soprattutto dal punto di vista economico e sociale. “Tutto quello che stato privatizzato” nel 1999, aggiunge, “dovrà essere nazionalizzato”. Inoltre il presidente sostiene che la Banca centrale “non dovrà più essere autonoma”, sulla scia delle misure approvate la settimane scorsa e in base alle quali il Governo accredita 7 miliardi di dollari dei 37 miliardi di dollari di riserve internazionali dell’istituto centrale al Fondo nazionale per lo sviluppo e la costruzione del socialismo. Tra le imprese che Chavez intende nazionalizzare ci sono l’Electricidad de Caracas (Edc)e la Compania Anonima Nacional Telefonos de Venezuela (Cantv), oltre agli impianti di raffinazione dell’Orinoco. Già l’anno scorso il Governo di Caracas inizia a rinegoziare i contratti tra il Pdsvsa, la società pubblica del petrolio, e le compagnie petrolifere straniere presenti sul territorio, comprese Total, Chevron e Texaco. Il settore elettrico è invece attualmente gestito dalla società pubblica Cadafe, con l’eccezione dell’Edc, società privata che gestisce la distribuzione elettrica a Caracas, controllata da Aes. Il comparto telefonico, fisso e mobile, è invece sotto il controllo di Cantv, privatizzata nel 1991 e il cui maggior azionista è la statunitense Verizon, che voleva cedere la sua partecipazione venezuelana al magnate telefonico messicano, Carlos Slim. Intanto il presidente Usa, George W. Bush, avverte che “le compagnie Usa dovranno essere adeguatamente risarcite”. La notizia provoca un terremoto in Borsa a Caracas, che crolla del 9 per cento, con una massiccia fuga degli investitori esteri.
Iscriviti alla Newsletter per rimanere sempre aggiornato sul mondo dei mercati, dell'economia e della consulenza finanziaria.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Abbiamo ricevuto la tua richiesta di iscrizione. Conferma la tua iscrizione facendo clic sul link ricevuto via posta elettronica.
Se vuoi ricevere informazioni personalizzate compila anche i seguenti campi opzionali.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Ti potrebbe interessare
Cresce l’attesa per la riunione di ottobre della BCE, in calendario giovedì 17. Le stime degli analisti sono per un nuovo taglio de tasso di deposito di 25 punti base, a cui dovrebbe seguire una nuova sforbiciata a dicembre.
Il giudice fallimentare statunitense John Dorsey ha approvato il piano di liquidazione della società fallita nel 2002.
Dopo una settimana in rally, le quotazioni del petrolio aprono la nuova ottava all’insegna dei ribassi. Ma il timore di un’interruzione della produzione in Iran crea allarme sui mercati