I timori per il socialismo di Hugo Chavez proseguono sui mercati finanziari. Dopo lo storico crollo (meno 18,66 per cento) della Borsa di Caracas di martedì scorso, provocato dall’annuncio del capo dello Stato, Hugo Chavez, sulle sue intenzioni di nazionalizzare l’impresa telefonica Cantv e la società che gestisce l’energia elettrica nella capitale, entrambe controllate da capitali Usa, ieri le contrattazioni segnano un’ulteriore contrazione all’indomani della parziale ripresa del 5,76 per cento segnata mercoledì scorso. Uguali recuperi si hanno anche in quasi tutte le altri capitali latinoamericane. A gettare acqua sul fuoco sarebbe stata l’assicurazione di Ricardo Saguino, presidente della Commissione finanze del Parlamento, secondo il quale, il Governo “non farà nulla di illegale” e negozierà con gli azionisti delle imprese la loro eventuale dismissione. Chavez annuncia, nel suo discorso di insediamento di ieri, che promuoverà una riforma costituzionale che consentirà allo Stato di controllare, oltre al petrolio, tutte le attività relative al gas. “Qui non si privatizza più niente”, spiega.