Partenza in calo per le principali borse europee, che seguono la scia negativa disegnata la vigilia dai mercati statunitensi e stamane da quelli asiatici, sul persistere dei timori sui problemi debitori dei Paesi della Zona Euro.
Di fatto, ci sono ancora molti dubbi sull’implementazione del Piano messo a punto dalla UE e sulla capacità degli Stati con deficit eccessivo, come la Grecia, la Spagna ed il Portogallo, di portare a compimento i rispettivi Piani di austerity.
Sulle prime rilevazioni, Francoforte segna così una flessione dello 0,4% a 6226,68 punti, Parigi cede lo 0,75% a 3703,59 punti ed Amsterdam arretra dello 0,686% a 335,5 punti. Giù anche Bruxelles che segna una minusvalenza dello 0,67% a 2517,88 punti, seguita da Londra che perde lo 0,53% a 5404,97 punti. Madrid -0,97% a 9881,2 punti.
Brutto avvio di giornata anche per Piazza Affari, che si affianca alla performance debole delle altre Euroborse. L’indice FTSE All Share ha aperto in ribasso dello 0,90% a 21292,05 punti, mentre l’indice FTSE MIB flette dell’1% a 20671,87 punti. In rosso anche l’indice FTSE Mid Cap che arretra dello 0,24% a 23825,62 punti e l’indice FTSE Star dello 0,32% a 10958,58 punti.
L’incertezza dei mercati ben si evince anche dall’impostazione dell’oro, che si riporta vicino ai record storici segnati questa settimana a 1236 dollari l’oncia. Fra le commodities continua a soffrire il petrolio che buca anche i 74 dollari al barile.
Agenda macroeconomica ricca di spunti, soprattutto per gli Stati Uniti, da dove arriveranno fra gli altri i dati sul commercio al dettaglio e sulla produzione.
Attesa anche l’inflazione in Italia, dopo che la Spagna ha rilevato un aumento dei prezzi ad aprile. Sul nostro mercato restano sotto pressione i bancari, che in questi giorni hanno pubblicato i risultati trimestrali.
Soprattutto UBI Banca lascia sul terreno oltre quattro punti, dopo aver annunciato un utile netto in crescita a 38,1 milioni di euro, ma anche un calo dei proventi operativi del 14,4% e del margine di interesse del 18,3%.
Male anche Mediobanca e la Popolare Milano, quest’ultima di riflesso al taglio del Target Price operato da credit Suisse a 5,3 da 6,3 euro. In rosso MPS in scia ai conti ed in vista della futura emissione di un nuovo covered bond da 4 miliardi. Contiene i danni Intesa Sanpaolo che aspetta i risultati del trimestre.
Giù gli assicurativi con Unipol che risente del calo degli utili del trimestre, nonostante l’annuncio di un Piano focalizzato sul recupero e sull’espansione della redditività in tutti e tre i rami in cui opera.