Dopo una partenza in tenuta, il panorama europeo si indebolisce, sul persistere dei timori sullo stato dell’economia, alla luce di alcuni dati Usa, diffusi ieri, relativi alla disoccupazione e al settore manifatturiero. Neanche le notizie di possibili M&A nel settore energia riescono a dare linfa ai listini del Vecchio Continente.
Francoforte segna così un decremento dello 0,67%, Parigi cede lo 0,52% ed Amsterdam arretra dello 0,93%. Giù anche Bruxelles con un calo dello 0,59%, seguita da Londra con un -0,39% e Madrid con un -0,90%. Perde oltre l’1% Zurigo. A Piazza Affari la situazione non è migliore, visto che gli indici arretrano ora più dell’1%. E, quanto è peggio, dai derivati statunitensi arrivano segnali negativi: a meno di tre ore e mezza dall’inizio della giornata di contrattazioni a Wall Street, i futures sul Dow Jones scendono infatti di 30 punti, quelli sul Nasdaq cedono 4 punti e quelli sullo S&P 500 arretrano di 3,20 punti.
A livello settoriale, si registrano cali frazionali generalizzati, ad eccezione della tenuta del conparto energy, galvanizzato dal lancio di un’offerta ostile da parte ddlla compagnia statale coreana Korea National Oil Corporation (Knoc), sulla britannica Dana Petroleum, dopo il rifiuto del Board della società ad un takeover amichevole.
Guardando a Piazza Affari, l’unico titolo positivo all’interno del Ftse Mib è al momento Impregilo, che sale più dell’1%. Soffrono infatti tutti i titoli: in retromarcia anche la Fiat (-1,46%), nonostante i dati sulle immatricolazioni in Brasile, che vedono il Lingotto leader nel Paese sudamericano. Tra gli altri industriali, sotto pressione Finmeccanica (-2,60%) dopo le indiscrezioni riportate dalla stampa, secondo cui la Gran Bretagna potrebbe cancellare il progetto di acquistare uno o due portaerei dalla società.
Ancora in difficoltà il cemento, dopo la pessima giornata di ieri, con Italcementi e Buzzi, penalizzate dai conti deludenti del gruppo cementiero svizzero Holcim.
E a metà giornata vira in negativo Stm dopo aver beneficiato inizialmente dei conti positivi delle statunitensi Dell e Hewlett-Packard.
Sul mercato valutario, quadro poco confortante anche per l’euro: la moneta unica perde infatti terreno nei confronti del biglietto verde e scivola nuovamente sotto quota 1,28 dollari, in una seduta priva di indicazioni dal fronte macroeconomico, arrivando vicina a sfondare al ribasso anche la soglia degli 1,27 dollari. Il rapporto euro/dollaro viaggia infatti alle ore 12.10 circa ora italiana a quota 1,2704.
(Art. in fase di scrittura)