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Valute: bath Thailandia ai minimi di 4 anni, rivolta opposizione anti-governo

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BANGKOK (WSI) – Il bath, la moneta thailandese, è calata negli ultimi giorni al livello più basso da almeno quattro anni mentre la crisi politica nel paese asiatico sta raggiungendo punte sempre più alte, con il movimento che contesta il governo uscente che sta cercando di impedire la registrazione dei candidati per le elezioni anticipate di febbraio.

Decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti ieri nella capitale per chiedere nuovamente le dimissioni della premier Yingluck Shinawatra, sorella dell’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, auto-esiliato da alcuni anni all’estero.

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Yingluck resta infatti in carica per l’ordinaria amministrazione giusto fino al voto del 2 febbraio.

Il principale gruppo di opposizione, il Partito democratico, ha deciso di boicottare le elezioni nel tentativo di impedire che Yingluck Shinawatra venga rieletta e che il fratello, ex potente tycoon delle telecomunicazioni, possa esercitare ancora la propria influenza sul governo.

I Thaksin sono sostenuti dagli agricoltori e in generale dal mondo rurale, mentre l’opposizione può contare sull’establishmente di Bangkok e i settori urbani.

Il conflitto ha colpito la moneta della seconda principale economia del Sudest asiatico: il bath ha toccato oggi quota 32,71 sul dollaro, il livello più basso da marzo 2010 secondo i dati Thomson Reuters. (Reuters)

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aggiornamento

Scontri a Bangkok, ucciso poliziotto

Un poliziotto e’ morto e almeno 32 persone sono rimaste ferite – tra cui una in modo grave – questa mattina a Bangkok in scontri tra centinaia di manifestanti anti-governativi e la polizia, che ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per fermare gli attacchi dei dimostranti alle barricate che circondano l’edificio predisposto alla registrazione delle candidature per le elezioni del 2 febbraio. Lo ha comunicato il ministro della Sanità. (Le foto degli scontri). Uno dei feriti è stato colpito alla testa da un proiettile, in un episodio la cui dinamica è ancora da chiarire. Quattro poliziotti sono invece rimasti feriti nell’esplosione di un ordigno lanciato dai manifestanti.

Gli scontri sono tuttora in corso a intermittenza. Nella zona sono presenti centinaia di manifestanti, molti dei quali stanno facendo a pezzi il marciapiede per ricavarne pietre da lanciare contro gli agenti. Nonostante il tentativo di boicottaggio delle operazioni di registrazione, per il voto del 2 febbraio si sono già iscritti una trentina di movimenti. Il principale partito di opposizione, il Partito democratico, ha però annunciato che boicotterà le urne, chiedendo prima di approvare delle “riforme” istituzionali e contro la corruzione.

Commissione raccomanda rinvio elezioni – La Commissione elettorale thailandese ha raccomandato oggi al governo di posticipare le elezioni indette per il 2 febbraio, alla luce degli scontri odierni a Bangkok e della situazione di instabilità che attanaglia il Paese, scosso da proteste anti-governative in corso da due mesi.

“Non siamo in grado di organizzare elezioni libere e regolari in queste circostanze”, ha detto alla stampa Prawit Rattanapien, uno dei membri della commissione, esortando il governo di Yingluck Shinawatra e l’opposizione a trovare un accordo per porre fine allo stallo politico. In risposta, un membro del partito di governo Puea Thai ha fatto notare che l’esecutivo non ha il potere di rinviare la data del voto. Le elezioni sono state fissate dopo lo scioglimento del Parlamento da parte di Yingluck due settimane fa, di fronte a proteste anti-governative che chiedono di “estirpare il regime di Thaksin”, in riferimento all’ex premier e fratello dell’attuale prima ministra.

Il principale movimento dell’opposizione, il Partito democratico, ha però deciso di boicottare il voto, sostenendo che “la democrazia in Thailandia è in una fase di fallimento”. La scelta ha di fatto allineato i Democratici alla protesta in corso da due mesi, guidata dall’ex vicepremier Suthep Thaugsuban. Per giorni, centinaia di manifestanti hanno cercato di impedire – senza riuscirci – il corretto svolgimento delle procedure di registrazione dei partiti in vista del voto. Al momento si sono messi in lizza una trentina di movimenti. (ANSA)