Legnano – Venerdì 17 è sempre stato, nell’immaginario collettivo, un giorno particolare. Vi sono tante credenze per quanto riguarda l’origine di ciò, e quella che va per la maggiore risale ai tempi dei Romani. Se si scrive infatti il diciassette in cifre romane si ottiene XVII, che anagrammato restituisce VIXI, ossia ho vissuto e dunque sono morto. Che sia questo il destino dell’euro in questo ultimo giorno di trading?
Ieri abbiamo assistito ad una giornata davvero interessante per i trader intraday, dove la molta volatilità ha permesso molte operazioni mordi e fuggi sull’EurUsd, sia a rialzo, sia a ribasso. Ci siamo mossi infatti all’interno di una figura e mezza precisa (1.40 ¾ / 1.42 ¼)ed ora, nel momento in cui scriviamo, ci troviamo a metà del guado. Questo è indice di incertezza del mercato, che sembra ancora titubante nel vendere pesantemente euro per far rompere i supporti importanti che tra poco vedremo.
Come mai ci siamo fermati? Per quale motivo le notizie che continuano ad arrivarci dalla Grecia non sono sufficienti affinchè questo accada?
Si tratta sicuramente di una correzione tecnica di un mercato che, dopo quattro figure di movimenti a ribasso con una sola minuscola correzione tra 1.4150 ed 1.4200 un paio di giorni fa, deve prendere un po’ di fiato e di profitto. La questione ora sarà cercare di capire quale dei due driver che seguiamo da tempo soprattutto su questo cambio, la farà da padrone. Se ci concentriamo sul problema debito europeo, possiamo aggiungere un tassello in più nel quadro di valutazione.
L’asta dei titoli di stato spagnoli per 2.8 miliardi di euro è andata a buon fine, anche se il bid to cover è stato inferiore rispetto ai precedenti ed i rendimenti maggiori. 1.3 miliardi con scadenza 2019 al 5.352% e 1.5 miliardi con scadenza 2026 al 6.027%. Rendimenti alti ma che non hanno niente a che fare con quelli sui titoli di stato greci, dove la curva dei rendimenti si è invertita e sta prezzando un livello maggiore del 29% sul due anni, mentre sul 10 anni siamo quasi al 18%.
Perché procedono gli acquisti di bond di questi Paesi che potrebbero, in linea teorica, non essere in grado di onorare queste obbligazioni nei tempi e modalità corretti? C’è davvero fiducia che il sistema finanziario europeo si riprenda, o tutto è mosso da qualcos’altro?
La risposta è chiaramente un mix di si e no, ma le questioni principali su cui riflettere non sono molte e sono riconducibili al fatto che i finanziatori, in questo modo, si tutelino dal punto di vista commerciale cercando di dare stabilità all’euro, diversifichino i propri portafogli valutari andando a ribilanciarli a favore di euro (a discapito dei dollari), si aggiudichino una sorta di potenziale potere di controllo (o di influenza) di questi Paesi, nel momento in cui dovesse succedere qualcosa di grave. Oltre a questo, la continua soddisfazione di queste aste fa capire che comunque gli investitori pensino che l’euro non sia ancora pronto per morire definitivamente.
L’altro lato della medaglia è rappresentato, come sappiamo, dal differenziale di tasso tra euro e dollaro. Noi pensiamo che l’attenzione degli investitori e degli speculatori si concentrerà per tutta la giornata di oggi ancora sulle problematiche greche, per cui le pressioni a ribasso sulla moneta unica potrebbero continuare.
Domenica sera invece cercheremo di vedere se ritorna un po’ di appetito al rischio, che potrebbe far uscire molti investitori da posizioni cash sulle valute rifugio, andando a far scendere un po’ il franco, lo yen ed il dollaro.
Concludiamo la settimana osservando un grafico di eurodollaro, per trarre eventuali spunti per la giornata entrante. Quello che possiamo notare, a parte l’inatteso recupero della moneta unica di ieri pomeriggio, è certamente una tendenza ancora negativa sul cambio. L’interessante figura di inversione (testa e spalle) vista anche ieri mattina, nel medio periodo, continua con successo e continua di conseguenza a rimanere valido un livello obiettivo situato poco al di sotto di 1.40 (1.3965 per la precisione). Il secondo spunto interessante, confermato per di più dal rimbalzo a cui abbiamo fatto riferimento poco sopra, giunge da un livello di congestione che sembra essersi creato più nel breve periodo: fra 1.42 e 1.4215 troviamo infatti una buona serie di massimi messi a segno dal cambio nelle ultime due giornate.
Passando a parlare del cambio UsdJpy, abbiamo poi notato ieri come sia diventato ostico il livello evidenziato già al mattino come resistenza a 81 figura. Il mancato superamento ha portato ad un nuovo calo, non particolarmente profondo per la verità, sino a superare di qualche punto il livello di supporto statico suggerito a 80.60. Ciò che appare invece ancora valido e solamente avvicinato, è il livello di supporto dinamico fornito dalla trendline ascendente che dall’8 giugno scorso guida la, lenta, risalita dei prezzi: questa transita per le prossime ore in area 80.45.
Test perfetto, osservando il cambio EurJpy, del precedente minimo relativo a 113.50. Questo livello, che già il 24 marzo ed il 13 maggio scorsi ha consentito un arresto ad un calo, si è rivelato nuovamente vincente. Non possiamo che continuare a considerarlo quindi come importante spunto operativo sapendo già che uno scivolone al di sotto consentirebbe un ulteriore calo della moneta unica, dato che la quantità di spazio verso il basso potrebbe indicare addirittura livelli che si trovano “qualche figura” al di sotto.
Prima di spingerci alla ricerca di eventuali obiettivi, potremmo cominciare a considerare interessante il supporto posto a 112.85, dato che esattamente su questo livello transita l’ultima delle percentuali di ritracciamento di Fibonacci (il 61.8% del movimento in salita compreso fra 106.45 e 123.30).
Il calo del cable, in atto praticamente da tutta la settimana, continua con costanza. In questo caso specifico l’obiettivo finale, di 1.6060, è stato mancato per una ventina di pips: per le prossime ore questo rimane ancora un livello di supporto interessante (è il minimo degli ultimi due mesi e mezzo di trading), mentre come resistenza abbiamo potuto notare, al pari dell’euro, come si sia creata una zona di congestione prossima a 1.6170.
Il calo del cambio EurGbp ha subito un arresto ieri con un movimento in ripresa di 75 punti. Questo ha permesso ai prezzi di oltrepassare (al momento attuale, temporaneamente) la trendline negativa che conduce il calo da una settimana ad oggi. Lo spunto più interessante da considerare per l’immediato futuro è dato da 0.88 figura come resistenza.
Diamo uno sguardo ora al cambio AudUsd, dato che il calo osservato gli ultimi due giorni ha riavvicinato il più interessante livello di supporto. Questo si trova in un’area compresa fra 1.04 e 1.0440 ed è indicato dal transito di precedenti minimi (da un paio di mesi) e dal passaggio della media mobile di lungo, prendendo in considerazione un grafico con candele giornaliere.
Concludiamo osservando il franco. Il cambio EurChf ha fatto registrare un nuovo minimo a 1.1945, testimoniando, se mai ce ne fosse stato bisogno, come la situazione tecnica sia tutt’altro che variata. Siamo in presenza di un forte movimento di calo di medio-lungo periodo che solo al di sopra di 1.22 potrà fornire quel minimo di fiducia necessaria ad una ripresa che duri più di una manciata di ore.
Il cambio UsdChf ha fallito il tentativo di rompere 0.8550 ed ha intrapreso un calo che ha avvicinato l’altro livello interessante di 0.8450. Davanti abbiamo quindi un centinaio di pips esatti di range da provare a sfruttare, almeno sino ad un breakout.
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